sabato 6 giugno 2020

Soft Machine: "Third" (1970)

Il 6 giugno del 1970 viene pubblicato "Third", capolavoro della carriera dei prog rocker britannici Soft Machine, tra i fondatori e i massimi esponenti della Scuola di Canterbury, alternativa jazz-avanguardistica al progressive epico, romantico e classicheggiante dei King Crimson di "In the court of the Crimson King".



(il disco completo si può ascoltare qui --> https://tinyurl.com/ybbbayg4)

Giunti al terzo album, i Soft Machine compiono la loro terza traslazione di sonorità in altrettanti dischi. Se il loro esordio eponimo era stato improntato al rock psichedelico, affine per certi versi a quello di altri gruppi underground dell'epoca come i Pink Floyd, "Volume Two" espandeva le coordinate sonore trascendendo la psichedelia con influenze jazz e dada, in cui si ritrovavano anche ispirazioni colte da Frank Zappa.

In "Third" aumentano le influenze jazz, e i Soft Machine si impongono, con i loro cugini Caravan, come la più significativa alternativa al progressive rock classico e classicheggiante promosso dai King Crimson e dai loro discepoli, che sarà nota negli anni successivi come Scuola di Canterbury. "Third", in particolare, ne resta a tutt'oggi l'indiscusso capolavoro.

Sulla traccia dei Pink Floyd di "Ummagumma", che lavorano in isolamento e, se non un passo avanti a tutti, sicuramente due in obliquo, i Soft Machine incidono un doppio album di lunghe composizioni meditabonde e corredate da passaggi in cui si dà ampio spazio alle improvvisazioni dei solisti. Come detto, utilizzando solo tangenzialmente la classica usata come riferimento tanto dai King Crimson quanto dai Pink Floyd ( ("Backwards"), i Soft Machine guardano al rock dei Colosseum ("Noisette"), al nuovo jazz britannico di Ardley, Carr, Tippett e Westbrook ("Facelift"), al Miles Davis di "In a silent way" ("Slightly all the time") e persino a Terry Riley ("Out-bloody-rageous") per scegliere nuovi colori da aggiungere alla loro tavolozza, sulla quale resta comunque ancora una traccia della personale psichedelia dadaista del disco precedente ("Moon in June").

Per le loro ambizioni musicali, Mike Ratledge (tastiere), Hugh Hopper (basso) e Robert Wyatt (voce, batteria) ingaggiano i sassofonisti Lyn Dobson ed Elton Dean, e si fanno supportare da un cast di turnisti provenienti dall'ambito jazz che includono: Jimmy Hastings (sax, flauto), fratello del chitarrista dei Caravan Pye Hastings; Rab Spall (violino); e Nick Evans (trombone), futuro collaboratore dei King Crimson.

L'unico vero difetto è che il disco è un doppio - la lunghezza di alcuni brani ("Facelift", l'interminabile finale di "Moon in June", "Out-bloody-rageous") era davvero necessaria? Farne un solo LP forse avrebbe rafforzato l'immediatezza del messaggio, un po' disperso lungo le quattro facciate. È significativo anche che "Noisette", "Backwards" e "Moon in June", i momenti dell'album meno radicalmente influenzati dal jazz, siano tra quelli più interessanti. Questo proietta infatti un'ombra sul futuro del complesso, che si troverà avvolto inestricabilmente nella formula del jazz rock post-Miles appena due dischi dopo.

Nonostante le lievi perplessità, siamo qui davanti a una delle massime espressioni del rock progressivo degli anni Settanta: un disco radicale, influente, coraggioso, composto mirabilmente e suonato ancora meglio, con brani tanto astratti quanto sanguigni, grazie a una produzione che sporca al punto giusto le tastiere e i fiati, radicando il disco al rock, letteralmente e figurativamente.

- Prog Fox

2 commenti:

  1. Bel disco. Ho scoperto il blog da poco e lo sto seguendo.
    Accettste suggerimenti per i prox post?

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    1. Ciao, grazie del commento, in linea di massima seguiamo un perverso sistema per cui facciamo recensioni di dischi usciti/incisi un numero preciso di anni fa - 10, 20, 30, 40 ecc, oppure di quest'anno. All'interno di questa cornice puoi proporre quello che vuoi e ci proviamo. Abbiamo anche una pagina facebook e instagram dove lanciamo di solito ancora più dischi (non riusciamo a recensirne 2-3 al giorno purtroppo :D)

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