lunedì 8 giugno 2020

Nevermore: "The Obsidian Conspiracy" (2010)

L'8 giugno del 2010 vede la luce "The Obsidian Conspiracy", l’ultimo album dell’ultima grande band di Seattle, i Nevermore. Purtroppo, a causa delle forti divergenze fra il cantante Warrel Dane e il chitarrista Jeff Loomis, sarà un addio in tono minore, reso irreversibile dalla morte di Dane il 13 dicembre 2017.



(il disco completo si può ascoltare qui --> https://tinyurl.com/yb3fqntl)

Dopo quindici anni di una carriera di assoluto valore che li ha proiettati fra i più importanti e originali gruppi della scena metal, questa volta a che fare con un album sottotono per gli standard a cui eravamo abituati, molto lontano dai fasti del passato. Il motivo è arcinoto: l’album fu concepito in fretta, in modo approssimativo e sprovvisto della a consueta fase di lavorazione corale e prodotto per rispettare i vincoli contrattuali (ben cinque gli anni passati dal precedente "This Godless Endeavor"), mal voluto dal frontman Warrel Dane, la cui guerra fredda con gli altri membri Jeff Loomis e Van Williams (e con solo il bassista Jim Sheppard schierato sul fronte di Dane) si era acutizzata negli ultimi anni.

Sia Dane che Loomis erano reduci dai propri (entrambi positivi) debutti solisti, e vista la disomogeneità che presenta "The Obsidian Conspiracy", verrebbe da pensare che molte delle idee presenti in quest’album fossero state in principio concepite durante la lavorazione dei rispettivi album personali. E a livello di sonorità non troviamo nessuna evoluzione, stilisticamente l’album si rifà al periodo compreso fra il loro masterpiece "Dead Heart in a Dead World" e "Enemies of Reality", a cavallo fra i primi 2000.

Intendiamoci, il livello qualitativo rimane di assoluto valore, le capacità compositive e tecniche della band restano formidabili. Troppo spesso però accade che ai pezzi manchi quel potere di coinvolgimento che ha sempre contraddistinto le loro composizioni, come se Dane abbia cucito sopra le sezione ritmiche linee vocali con molto mestiere ma senza anima.

Piuttosto esemplificativo è il fatto che per trovare quel pezzo sbalorditivo si debba arrivare alla fine dell’album: la title track che chiude il platter (che venne proposta in versione strumentale in anteprima da Jeff Loomis durante le sue date live soliste) è contraddistinta da un lavoro ritmico superbo condotto dalla premiata coppia Loomis – Williams, pezzo molto veloce, variegato dal coefficiente tecnico elevatissimo, un magistrale esempio di techno-thrash progressivo d’alta scuola che lascia senza fiato. Da solo vale l’intero album. Anche qui però resta un sensazione di incompiutezza, il principale incriminato è Dane, le cui linee vocali non sono efficaci e coinvolgenti come dovrebbero essere. Sensazione che ahinoi aleggia sulla maggior parte dei pezzi.

"Moonrise (Through the Mirrors of Death)" è un altro highlight dell’album, canzone che si avvicina parecchio allo stile adottato in "Dead Heart in a Dead Word", alleggerita dalla quantità di riff e poliritmie che vanno a cucire le trame sonore, risulta finalmente efficace, soprattutto nel refrain. Regala gioie anche "And the Maiden Spoke", il lavoro ritmico anche in questo caso è fenomenale. Anche un pezzo apparentemente sconclusionato come "The Day You Built The Wall" viene salvato da un riff portante davvero accattivante e da una rabbiosa e suggestiva interpretazione di Dane. Pure l’opener "Termination Proclamation" non è certo un pezzo da buttare, ma si avverte fin da subito una spiccata carenza di nuove idee e una carenza di fondo in termini di ispirazione. Eravamo stati abituati fin troppo bene finora.

Molto peggio fa la pacchianità della seguente "Your Poison Throne", pezzo estremamente canonico e scontato che appare progettato nella sua semplicità per essere un nuovo cavallo di battaglia dal vivo, ma che finisce per essere solo una delle peggiori composizioni firmate Nevermore.

In effetti le peggiori composizioni del gruppo le possiamo trovare qua, aggiungiamoci pure la sciagurata "Without Morals". Anche i pezzi giocati sul fattore emotivo non riescono a emozionare più, la tediosa "The Marble and the New Soul" è a mani basse la peggiore power ballad del gruppo, e lascia trasparire soltanto trenta secondi di luce intorno al terzo minuto grazie al bellissimo bridge di un Dane finalmente ispirato sorretto da un gran assolo di Loomis. Non vale la pena nemmeno soffermarsi su "She Comes in Colors", canzone che riprende la formula di un glorioso pezzo quale "The Learning", inizio melodico arpeggiato dal mood struggente che poi si tramuta in una cavalcata metallica.

"Emptiness Unobstructed" è un caso a parte: questi non sono i Nevermore, questo è un pezzo che poteva stare benissimo sull’album solista di Dane. La struttura estremamente lineare e semplice e le strofe orecchiabili lo rendono sicuramente una canzone immediatamente assimilabile, Loomis e Williams sono praticamente ectoplasmi nella qui presente, assolutamente non idonea a quanto prodotto dal gruppo.

Non certo il modo migliore di chiudere la carriera questo "Obsidian Conspiracy", album comunque al di sopra del livello medio di molti altri gruppi attivi attualmente. L’infelice epilogo di una storia costellata dai problemi personali di Warrel Dane e dal suo carattere spigoloso.

Il gruppo partì in tour per la promozione dell’album, esibendosi in una cinquantina di date fra Nord America e Europa, insieme ai Symphony X. Alla vigilia della tranche sudamericana del tour insieme a questi ultimi, la situazione all’interno del gruppo degenerò, culminando con l’annullamento del tour e il seguente split con Loomis e Williams. Da questo momento, sebbene non si fossero mai ufficialmente sciolti (e Dane dichiarò di avere intenzione di proseguire con un altro chitarrista e batterista in futuro), dei Nevermore non si avranno più notizie, e resteranno in una fase di ibernazione a tempo indefinito. Questo almeno fino al 13 dicembre del 2017, data della morte per attacco cardiaco di Warrel Dane, data in cui i Nevermore morirono ufficialmente con lui, dopo anni di silenziosa agonia.

Si chiude così la storia di uno dei migliori e più significativi gruppi metal degli anni ’90 e ‘2000.

- Supergiovane

Nessun commento:

Posta un commento

ARTISTI IN ORDINE ALFABETICO:   #  --  A  --  B  --  C  --  D  --  E  --  F  --  G  --  H  --  I  --  J  --  K  --  L  --  M  --  N  --  ...