giovedì 21 maggio 2020

Ron: "Una città per cantare" (1980)

Nella primavera di quarant'anni fa viene pubblicato "Una città per cantare", quarto disco solista del cantautore, musicista e arrangiatore italiano Rosalino Cellamare, meglio noto come Ron. Nato a seguito del tour "Banana Republic" con Lucio Dalla e Francesco De Gregori, vede Ron collaborare ancora con loro, con futuri membri degli Stadio (Ricky Portera), con la Premiata Forneria Marconi al gran completo, e con altri grandi musicisti di studio italiani, per realizzare uno dei migliori album della sua carriera.



(il disco completo qui: https://tinyurl.com/y8utvvhe)

Rosalino Cellamare, in arte Ron, aveva lasciato la carriera solista da cantautore nel 1975, per dedicarsi a fare da spalla, arrangiatore e musicista di studio e dal vivo, principalmente ma non solo per Lucio Dalla.

È fondamentale il ruolo di Ron come tuttofare musicale di "Banana Republic", il magnifico tour che vede insieme Lucio Dalla e Francesco De Gregori. La spinta di quel successo e soprattutto di Dalla lo convincono a riproporre un proprio disco solista: nasce così "Una città per cantare", uno dei più begli album cantautorili di quell'epoca ancora fertile. Merito di Lucio Dalla, sicuramente, che in quel periodo trasforma in oro tutto quello che tocca: "The Road", canzone dell'americano Danny O'Keefe sulle gioie e i dolori della vita del musicista in tour, ripresa anche da Jackson Browne, viene sublimata in "Una città per cantare" da un testo del cantautore bolognese che lo rende perfino superiore all'originale, dolente e profondo. E poi Dalla co-autore di cinque altri pezzi del disco su un totale di otto, Dalla che suona sax e fisarmonica, ancora Dalla una delle tre voci, con Ron e De Gregori, proprio su "Una città per cantare" stessa.

È merito anche di De Gregori, che scrive la perfetta "Mannaggia alla Musica" e compone "Nel deserto" con Ron.

È merito dei musicisti: c'è Ricky Portera degli Stadio alla chitarra, c'è la Premiata Forneria Marconi al completo (Lucio Fabbri al violino perfetto di "Una città per cantare", Franco Mussida alle chitarre, Flavio Premoli alle tastiere, Patrick Djivas al basso, Franz di Cioccio alle percussioni), c'è Claudio Bazzari alle chitarre, c'è Shel Shapiro al piano elettrico, c'è Aldo Banfi ai sintetizzatori, c'è Flaviano Cuffari alla batteria, c'è Paolo Donnarumma al basso, c'è Gian Piero Reverberi che arrangia archi e orchestra.

È merito del produttore Alessandro Colombini, capace di trasformare i suoi assistiti in galline dalle uova d'oro.

Ma soprattutto è merito del titolare del progetto, che sa scegliere produttore, collaboratori e comporre con convinzione e passione un disco variegato e stimolante in cui compaiono alcune delle opere migliori della sua carriera: giustamente sono famose "Una città per cantare", "Mannaggia alla Musica", la romantica "Io ti cercherò", l'irriverente "Hai deciso tu" e il blues rock all'italiana "Tutti cuori viaggianti". Ma come si può dimenticare la progressione esaltante di "Nuvole", col suo passaggio da una lirica introduzione per pianoforte e archi a una travolgente cavalcata in stile Dalla dell'epoca, tanto per citare una delle altre canzoni?

Negli anni, Ron è rimasto agli occhi del pubblico un personaggio minore della canzone italiana. Ascoltare "Una città per cantare" può essere l'occasione per sfatare molti dei pregiudizi e della superficialità con cui è stato trattato.

- Prog Fox

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