sabato 23 maggio 2020

Crown: "Deathrace King" (2000)

Il 23 maggio dell'anno 2000 esce "Deathrace King" dei The Crown, personale capolavoro del gruppo svedese, nonché uno dei migliori album in assoluto del filone death/thrash scandinavo del nuovo millennio.



(il disco completo si può ascoltare qui: https://tinyurl.com/ydydxmey)

Nati come Crown of Thorns nel lontano 1990, dopo anni di gavetta sguazzando nell’underground e un paio di album qualcuno inizia ad accorgersi di loro, fra cui l’omonimo gruppo hard rock americano, il quale fa causa ai malcapitati svedesi per l’esclusiva del monicker. Nonostante si fossero formati prima, perdono il contenzioso legale, e da allora si chiameranno semplicemente The Crown.

Il terzo album, "Hell is Here", viene contraddistinto da un’ispirata indole death ibrida thrash, e da una produzione scadente che non rende giustizia al lavoro. Eccoci così arrivare a "Deathrace King", un concentrato di furia sonora forte di un songwriting ispiratissimo. Il death’n’roll (Entombed style) e il thrash della Bay Arena e quello Slayerano dall’attitudine hardcore vengono sapientemente miscelati mantenendo il tradizionale marchio melodico della scena di Göteborg a velocità di esecuzione aumentata.

La pregevole perizia tecnica individuale viene messa al servizio di composizioni dirette dall’immediata presa, seguendo le direttive imposte dalla consueta forma canzone tradizionale, chorus e refrain gridati a squarciagola dallo scatenato singer Johan Lindstrand sono cazzuti e accattivanti. Le ritmiche sono quadrate e serrate, i riff ruvidi e taglienti, di ottimo livello gli assoli al fulmicotone sotto massiccio effetto di anfetamine, il retaggio hard rock e blues del chitarrista Marko Tervonen è un valore aggiunto alle composizioni, la seconda ascia a sei corde di Marcus Sunesson e il basso di Magnus Olsfelt svolgono egregiamente la loro funzione di ingranaggio ritmico, il batterista Janne Saarenpää è una furia della natura, all’epoca uno dei migliori drummer della scena (e nel seguente album "Crowned in Terror" consoliderà il suo primato).

Sfogliando la scaletta dell’album, potremmo benissimo trovarci davanti a una compilation dei migliori pezzi death/thrash scandinavi piuttosto che a un comune album da studio. I pezzi veloci e martellanti ovviamente coprono gran parte del lavoro, l’onda d’urto provocata dall’opener "Deathexplosion" (grande classico del gruppo che non può mancare in ogni esibizione dal vivo) è devastante e non poteva aprire in modo migliore un album del genere. Altro loro cavallo di battaglia è il trascinante uptempo dettato da "Blietzkrieg Witchcraft", dotata di versi e cori da arena estremamente accattivanti.

L’annichilamento dei timpani procede con le fucilate con pezzi di grosso calibro quali "Executioner-Slayer of the Light", "I Won’t Follow", "Back from the Grave", "Rebel Angel" (dallo spirito motorheadiano), "Devil Gate Ride" (con ospite dietro il microfono l’ex At The Gates Tompa Lindberg, poi diventato brevemente frontman del gruppo stesso), e ultima, ma non meno importante, la supervelocissima "Total Satan" (stavolta con Mika Luttinen degli Impaled Nazarene come guest star), pezzo particolarmente venerato dalla fanbase del gruppo.

Del lato più melodic death del gruppo troviamo riscontro nella cadenzata "Dead Man’s Song", nella solida "Vengeance" e nella conclusiva (dal lungo intro) "Killing Star (Superbia Luxuria XXX)", traccia più lunga del lotto con i suoi otto minuti e mezzo.

Un album che non fa prigionieri, un totale di undici grandiosi pezzi capaci di mettere a dura prova anche la cervicale degli headbangers più scatenati. Grande classico del genere

- Supergiovane

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