venerdì 10 aprile 2020

One Minute Silence: "Buy now... Saved later" (2000)

Il 10 di aprile di vent’anni fa veniva pubblicato "Buy now... Saved later", secondo album dei britannici One Minute Silence, uno dei migliori lavori nel crossover di inizio millennio.



(il disco completo si può trovare qui: https://tinyurl.com/tbyowwt)

Gli One Minute Silence erano reduci dal debutto intitolato "Available in All Colors", pubblicato due anni prima, lavoro non memorabile ma degno d’interesse. Grazie a questo disco ottennero subito attenzioni oltreoceano, venendo etichettati come la risposta inglese ai Rage Against the Machine, sia per quanto riguarda lo stile musicale, sia per quanto riguarda l’indole politicizzata dei loro testi. I tempi erano maturi per il quartetto inglese per fare le cose in grande, e ci riuscirono in pieno, uscendosene con uno dei migliori album della scena rap/metal/crossover.

La formazione, composta dal fondatore, il cantante irlandese Brian Barry, coadiuvato dal batterista Eddie Stratton e dal bassista Glen Diani, vede l’ingresso del chitarrista Massimo Fiocco, italiano trapiantato a Londra, al posto del defezionario Chris Ignatiou. Per la produzione del disco il gruppo si gioca il jolly, affidandosi al connazionale Colin Richardson, ai tempi molto in voga, noto per aver prodotto "Heartwork" dei Carcass e "Demanufacture" dei Fear Factory.

Il risultato, in quanto a songwriting, è notevolmente superiore all’esordio, l’attitudine si sposta decisamente verso sonorità metal, diluendo l’inflessione hip hop e funky, la produzione è eccellente e dona alla sezione ritmica un suono potente e nitido, con le chitarre in grande spolvero.

In un genere fin troppo inflazionato e privo di spunti degni di nota, gli One Minute Silence fortunatamente si ispirano soltanto dal meglio della scena alternative/crossover a stelle a strisce, attingendo oltre che ai già citati RATM anche a Deftones, Stuck Mojo e ai misconosciuti e troppo sottovalutati Downset.

A presentare l’album provvedette "Holy Man", forte di un mood misticheggiante con riff arpeggiati 'alla Tool', singolo che all’epoca girò parecchio per radio e in heavy rotation sui canali musicali internazionali. L’influenza dei Deftones prima maniera si può assaporare nell’altrettanto valida "Fish Out of Water", mentre l’aura inquietante dei Korn la troviamo nella dura "Food for the Brain".

Ai pezzi forti del lotto si aggiungono anche la potente opener "Rise and Shine", la seguente "1845", "A Spoonful of Sugar", "Roof of the World", fino alla conclusiva "Words", pezzo più lungo del piatto che mischia squisitamente le influenze dei loro padri ispiratori, Rage Against the Machine, Deftones e Tool.

"Buy now... Saved later" rappresenta un ottimo esempio di crossover metallizzato, non particolarmente originale ma assemblato con personalità, potenza e piglio creativo. Sfortunatamente il gruppo non avrà una lunga aspettativa di vita, e si scioglierà poco dopo il riuscito terzo album "One Lie Fits All". A ormai vent’anni dal loro apice, restano una meteora del panorama nu-metal del nuovo millennio, a cui ha consegnato (almeno) un album che merita di essere ricordato.

- Supergiovane

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