giovedì 9 aprile 2020

If: "If" (1970)

Nell'aprile di cinquant'anni fa venivano anche completate le registrazioni del primo disco eponimo degli inglesi IF, gruppo guidato dal sassofonista jazz Dick Morrisey, anche sessionman assai richiesto per tutta la sua carriera.



(il disco completo si può ascoltare qui --> https://tinyurl.com/w6l76vn)

All'interno del movimento jazz rock progressivo britannico sono molte le band che si formano negli anni a cavallo del decennio. Una delle band di culto dell'epoca sono gli If, guidati dal sassofonista Dick Morrissey.

Gli If nascono nel 1969 per impulso di Morrissey, del sassofonista-flautista Dave Quincy e del chitarrista jazz Terry Smith. Il valore tecnico di base è elevatissimo, e dopo qualche cambio di organico il gruppo si assesta su un settetto completato dal cantante J. W. Hodkinson, dal bassista Jim Richardson, dal batterista Dennis Elliott (futuro fondatore dei Foreigner) e dal tastierista Johnny Mealing.

Gli If si dedicano a un jazz rock progressive, genere abbastanza popolare proprio in quegli anni di passaggio del decennio, affiancandosi a band come Colosseum, Nucleus, Soft Machine, Battered Ornaments nel proporre questa miscela creativa. Ciò che caratterizza il disco è la sua potenza sonora - si tratta di un album che va davvero ascoltato a volume alto per potere essere apprezzato nella sua energia e nelle sue sfumature.

Il disco si apre con due brani strepitosi, "I'm reaching out on all sides", che mette subito in mostra il talento vocale del cantante J. W. Hodkinson, scritta dal secondo sassofonista e flautista Dave Quincy, e la strumentale "What did I say about the box, Jack", firmata da Morrissey stesso.

"What can a friend say" mette invece in mostra le qualità di Smith, che sfodera una sequenza di assoli da paura che ricordano tanto Terry Kath quanto Wes Montgomery. "Woman, can you see" è scritta dal cantante ed è forse il pezzo che mette maggiormente in risalto le doti dei due sassofonisti.

Non manca, tanto per variare, un po' di psichedelia hippie in "Raise the level of your conscious mind", ancora una volta declinata in modo energico. L'unico brano che può somigliare a una ballata in questo disco è "Dockland", almeno nel suo morbido incalzare iniziale, prima che l'energia insopprimibile del gruppo non trabordi ancora una volta soprattutto grazie a Hodkinson e Smith. Forse giusto "The Promised Land" conclude l'album in tono appena minore, senza infamia e senza lode.

"If" è il riuscito debutto di una formazione che, pur rimanendo ampiamente all'interno di strutture rock, sa sfruttare e tendere al massimo le libertà jazz insite nel progressive. Si tratta di un disco davvero promettente, con già punte di eccellenza, di un gruppo di musicisti che saprà fare ancora meglio.

- Prog Fox

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