mercoledì 8 aprile 2020

Angelo Badalamenti: "Soundtrack from Twin Peaks" (1990)

L'8 aprile di trent'anni fa veniva trasmessa sulle televisioni americane la prima puntata di una nuova serie che avrebbe rivoluzionato per sempre il piccolo schermo.

La colonna sonora di questa serie sarebbe diventata parimenti leggendaria. Era stata realizzata dal compositore italoamericano Angelo Badalamenti per i creatori della serie, David Lynch e Mark Frost.

La serie era "Twin Peaks".




(per ascoltare la colonna sonora della prima stagione --> https://tinyurl.com/wd5a8xq)

Trent’anni fa di questi tempi, la televisione statunitense metteva in scena due delle sue opere più rivoluzionarie, destinate a generare a ridefinire le regole delle serie regolari: una, “I Simpson”, è il primo cartone animato satirico di enorme successo, un filone che oggi è talmente diffuso che lo si può dare per scontato; l’altra, uscita solo pochi anni più tardi, è ovviamente “La tata”, la migliore sit-com mai realizzata, con i suoi personaggi indimenticabili come il maggiordomo Niles e zia Jetta, le sue scenografie ormai parte dell’immaginario collettivo…

Ah no, scusate.L’altra rivoluzione, ovviamente, è una serie tv che macina finemente ingredienti in teoria incompatibili come la fantascienza, il giallo, il commento sociale, il thriller e l’avanguardia cinematografica, per poi gettarli tutti insieme in un calderone a forma di telenovela, con tanto di attori e attrici bellissimi (ma quasi tutte capaci di recitare), una trama orizzontale densa e spiazzante, dei personaggi iconici, una fotografia fuoriscala (del resto David Lynch è alla regia, e il pedigree si vede, letteralmente).

La colonna sonora riesce nell’impresa di essere una delle componenti più riuscite di questo capolavoro seminale, grazie alla perfetta sintonia tra il regista e il compositore statunitense (ma di chiare origini italiane, come tata Francesca*) Angelo Badalamenti.

Gli stili si alternano: c’è spazio per il tardo synth-pop della leggendaria sigla “Twin Peaks Theme” e il blues di “Dance of the Dream Man” e “Freshly Squeezed”, immersi però nelle influenze jazz di brani come “Audrey’s dance” e “Bookhouse Boys”, arrivando a lambire territori adiacenti ai primi esperimenti Ambient di Brian Eno, o forse persino ai King Crimson di “Moonchild”, in “Night Life in Twin Peaks”.

Tutte le tracce hanno arrangiamenti minimalisti, e anche quando si hanno ambizioni “orchestrali” solo lo stretto necessario viene chiamato in causa: un pad sintetico e un pianoforte bastano ad evocare la struggente, drammatica vicenda di Laura Palmer, nel Tema ad esso dedicata, mentre a un manipolo di strumenti a fiato è affidato per intero il “Love Theme from Twin Peaks”.

La varietà di generi della colonna sonora va di pari passo con la commistione di generi, temi e toni della serie stessa, ed entrambe riescono a reggere il peso grazie alla coerenza stilistica dei loro autori, oltre che alla di essi maestria nel generare un’atmosfera per cui l’aggettivo “unica” è, per una volta, pienamente meritato.

L’unica magagna, dei 53 minuti circa di questo album, è la mancanza di molte delle tracce ascoltate nella serie e non incluse, forse per fare spazio ai brani cantati da Julee Cruise, all’epoca protetta di Badalamenti con un ruolo anche nella serie oltreché nel film prequel.

Di queste, la sola “Into the night” merita davvero questo spazio, mentre le altre sono appena troppo placide per invogliare davvero ad un (ri)ascolto.

Una versione integrale della OST non esiste (almeno non sui canali di streaming), e questo è un peccato vero. Fatevi un favore: guardatevi perlomeno la prima stagione di questa serie (sono 8 episodi, meno di dieci ore complessive) e poi chiedetevi quante robe uscite a distanza di uno o due decenni, da “True Detective” a “Lost”, affondano qui le loro radici. E poi, tutti insieme, canticchiate l’intro: tun-tun…tun-tun…

- Spartaco Ughi



* lo sappiamo che nella versione originale la Tata era ebrea, non affannatevi a scriverci commenti indinnniati!

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