venerdì 24 aprile 2020

Alice: "Capo Nord" (1980)

Il 24 aprile di quarant'anni fa usciva il terzo disco solista di Alice, "Capo Nord", primo risultato della sua leggendaria collaborazione con Franco Battiato e Giusto Pio. Momento topico per la sua carriera e per la musica italiana, "Capo Nord" è un disco poco meno che strepitoso di una delle autrici più interessanti della musica pop italiana degli ultimi decenni.



(il disco completo si ascolta qui --> https://tinyurl.com/yd3qvwsr)

Carla Bissi nasce a Forlì il 26 settembre 1954 e inizia la sua carriera come cantante vincendo il Festival di Castrocaro per le nuove voci della musica italiana nel 1971 interpretando "Tanta voglia di lei" dei Pooh.

La sua carriera stenta a decollare nonostante il cambio di nome in Alice Visconti e due LP da interpreta, "La mia poca grande età" del 1975 e "Cosa resta... un fiore" del 1978, in cui trova il suo proprio personale stile di canto, senza avere però modo di realizzare le proprie composizioni.

Nel 1980 a credere in lei però arriva il produttore Angelo Carrara, che ritiene che le canzoni da lei scritte siano perfette per essere arrangiate da un suo assistito, un cantautore di nome Franco Battiato, che dopo anni nell'avanguardia è tornato alla forma canzone nel 1979 con il capolavoro "l'era del cinghiale bianco".

Nascono così l'album "Capo Nord" e una delle più preziose collaborazioni della musica d'autore italiana del secondo Novecento, quella tra Alice (il cognome Visconti viene abbandonato) e il gruppo creativo di Franco Battiato, che comprende l'amico fraterno, violinista e arrangiatore Giusto Pio e il chitarrista Alberto Radius (ex-Formula 3, ex-Volo ed ex-protetto di Mogol-Battisti).

Per chi pensa che Alice si sia limitata a leggere il copione scritto da Battiato o Pio, sgombriamo subito il campo dai dubbi: la collaborazione è assolutamente alla pari, Alice suona tastiere e sintetizzatori e firma da sola o in collaborazione tutte e nove le composizioni dell'album, arrangiato da Battiato e Pio (che suona anche il violino).

Fra i musicisti, oltre all'immenso Radius alle chitarre e al sitar elettrico, ci sono musicisti fenomenali come i bassisti Stefano Cerri e Cosimo Fabiano, i tastieristi Filippo Destrieri e Roberto Colombo, Mark Harris al pianoforte, Mauro Spina alla batteria e Lino 'Capra' Vaccina alle percussioni.

Il disco è poco meno che superbo: non c'è una composizione che non stupisca per le soluzioni melodiche e la profondità di liriche e qualità delle esecuzioni, sulle quali la produzione di Carrara prosegue il suono limpidissimo ed estremamente chiaro di tutti gli strumenti, di derivazione pinkfloydiana post-Dark Side of the Moon, che aveva scelto già per "l'era del cinghiale bianco". Gli arrangiamenti di Battiato e Pio, e alcune soluzioni armoniche e melodiche, danno poi ulteriore continuità fra i due album.

È quanto si sente per esempio su due dei brani firmati anche da Giusto Pio, ovvero "il vento caldo dell'estate" e "Guerriglia Urbana" (co-autore pure Battiato), che significativamente aprono e chiudono il disco.

"Il vento caldo dell'estate", primo successo di Alice, scritto con la collaborazione al testo del poeta Francesco Messina, altro amico di Battiato, alterna un robotico tappeto di sintetizzatori, su cui Alice declama una storia di ennui estiva, a una invocazione profetica che sfocia sul finale in un crescendo da prog sinfonico illuminato dai lampi della chitarra di Radius.

I continui chiaroscuri del disco, talvolta interno alle canzoni, come nel brano di apertura o nella tanto dolce quanto decisa "Bazar", talvolta nell'alternarsi fra brano intimista e brano nervoso (si pensi al funk/white soul di "Sera"), è fonte di continua magia per l'ascoltatore. Fra i pezzi più poetici troviamo il solenne valzer di "Una sera di novembre", la sofisticata "Rumba Rock" e l'esotica, orientaleggiante "Baol".

Una canzone ossessiva come "Lenzuoli bianchi" ci fa invece comprendere quanto la scrittura di Alice si riverbererà a sua volta nella creatività di Battiato nei suoi dischi successivi, con il suo andamento ritmico mutuato dalla new wave specie nel basso propulsivo di Cerri.

Figlia di questo spirito è anche la conclusiva "Guerriglia Urbana", che termina l'album su una nota nevrotica e nervosa, ancora una volta guidata dalle pulsazioni e dal vibrato del bassista Cosimo Fabiano, e innervata dall'elettrica di Radius.

"Capo Nord" viene pubblicato nell'aprile del 1980, proprio quando Franco Battiato, Giusto Pio, Angelo Carrara e Alberto Radius entrano in studio di registrazione per incidere "Patriots", il secondo disco della nuova fase pop del cantautore siciliano. Se tanto spesso si parla dell'influenza di Battiato sulla carriera di Alice, siamo piuttosto sicuri che avere incontrato la cantautrice forlivese e avere lavorato con lei in quegli anni sia stato altrettanto fertile per lui, in quello che deve essere visto come un reciproco scambio di vibrazioni degne della musica delle sfere, e uno dei punti più alti del pop italiano.

E "Capo Nord" è un disco fondamentale della nostra storia musicale proprio perché è l'inizio di quella collaborazione esaltante.

- Prog Fox

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