mercoledì 11 marzo 2020

Crosby Stills Nash & Young: "Deja Vu" (1970)

L'11 marzo di cinquant'anni fa usciva "Deja Vu" di Crosby, Stills, Nash & Young con il batterista Dallas Taylor e il bassista Greg Reeves, considerato uno dei migliori album della storia del rock e del folk rock californiano.



(il disco completo si può ascoltare qui --> https://tinyurl.com/ql8x9uw)
Quando il suono della California era giovane, prima che si imborghesisse del tutto, un gruppo di sei musicisti, cinque bianchi e un nero, quattro americani, un inglese e un canadese (non è una barzelletta), si misero dietro i propri strumenti e crearono una delle ultime, intense e sincere meraviglie di quell'epoca.

I sei ragazzi erano quattro cantanti-chitarristi-compositori, ovvero David Crosby (ex-Byrds), Graham Nash (ex-Hollies), Neil Young (ex-Buffalo Springfield) e Stephen Stills (ex-Buffalo Springfield), tutti già veterani del rock di quegli anni, il batterista Dallas Taylor e il bassista Greg Reeves.

Il disco è un onnivoro incontro di pezzi rock, folk, country, pop, sui quali solcano gli incroci vocali del gruppo come aquile sull'oceano Pacifico della California.

C'è davvero troppo di bello in questo disco strabordante: le chitarre di Stills e Young ("Carry on", "Almost cut my hair"), la dolcezza di Nash ("Our house"), la malinconia del falsetto di Young ("Helpless"), la disperazione con cui Crosby vede la fine dell'era hippie e prevede la propria caduta ("Almost cut my hair").

Onestamente invece ci lascia più freddi la celebratoria "Woodstock", scritta da Joni Mitchell e interpretata da Stephen Stills con convinzione. Dopo la tragedia di Altamont del dicembre 1969 e con l'ingresso negli anni settanta, le chiamate alle armi hippie ci convincono meno.

Piaccia o meno il loro stile, convinca o meno la loro sincerità (a posteriori più quella di Young che quella di Crosby), il disco è semplicemente uno dei grandi classici dell'epoca e forse l'ultimo ascolto indispensabile prima che tutti gli artisti del giro ripieghino sulla vita rurale, sul country rock o sul proprio narcisismo egomaniaco.

Il successo stratosferico di "Deja vu" finirà per distruggere il sestetto e produrrà una marea di epigoni di rock californiano sempre più imborghesito. Questo però non è colpa loro - non ancora, almeno. Tutto comincerà a crollare con il tour dell'album, che genererà un altro disco strepitoso come il live "Four way street".

Ma questa è un'altra storia.

- Red

Nessun commento:

Posta un commento

ARTISTI IN ORDINE ALFABETICO:   #  --  A  --  B  --  C  --  D  --  E  --  F  --  G  --  H  --  I  --  J  --  K  --  L  --  M  --  N  --  ...