martedì 4 febbraio 2020

Ramones: "End of the Century" (1980)

Alla ricerca del successo commerciale, gli irriverenti, iconoclasti Ramones si uniscono a quel matto di Phil Spector per integrare punk e wall-of-sound nel più paradossale dei modi. Litigi furenti, pistole e cazzotti, racconti allucinati e poco credibili (come sempre) di Dee Dee su quanto successo e una assurda cover di "Baby, I love you" delle Ronettes (che il gruppo odiava). Tutto questo è "End of the Century", ennesima meraviglia del gruppo di New York, uscita il 4 febbraio di quarant'anni fa.



(il disco completo si può ascoltare qui: https://tinyurl.com/txlj8bm)


I Ramones incarnavano alla perfezione l'etica punk più anarchica e individualista, di quelli a cui non fotteva un cazzo di nulla di nulla. Altro che deliri profetici alla Patti Smith, intellettualismi alla Talking Heads o impegno politico alla Clash: ai Ramones interessava solo suonare quello che volevano e possibilmente farci soldi. Ecco, il fatto che volessero suonare a modo loro poteva essere un ostacolo al raggiungimento dei soldi, l'unico slancio idealistico che possedevano. In politica, Johnny (chitarra) era un liberal, ma Dee Dee (basso) era un conservatore e Joey (voce) era addirittura un fan di Reagan.

Dopo che Tommy Ramone aveva lasciato la batteria a Marky per fare il produttore su "Rocket to Russia", il gruppo decide di capitalizzare diventando pop. Certo l'idea dei Ramones del pop non è proprio quella di chiunque altro. Il loro management li convince a lasciar perdere Tommy e l'altro produttore che li ha accompagnati negli ultimi tre album, Tony Bongiovi (il cugino di Jon, eh sì, quel Jon), e di andare in California a registrare con Phil Spector.

Phil dopo un po' di anni di difficoltà era tornato alla ribalta dopo il buon successo del suo lavoro con John Lennon (quattro album incisi insieme tra 1970 e 1975). Rimaneva comunque un milionario bizzarro e paranoico circondato da guardie del corpo (e il suo ultimo lavoro con Lennon era andato molto molto male). Non fu difficile convincerlo a produrre i Ramones, che giudicava ragazzi con un potenziale. Ai Ramones piaceva il pop anni cinquanta, Phil Spector aveva contribuito a creare il pop anni cinquanta, erano tutti matti, poteva funzionare.

Invece no, perché Phil era un perfezionista che ci metteva un giorno a fare un suono di chitarra e i Ramones ci mettevano tre minuti a scrivere una canzone, due a registrarla e uno a mixarla. Quindi litigi, lunghissimi tempi morti, una esagerazione di sessionmen - percussioni, orchestra, fiati - a sovraincidere i pezzi rapidi rapidi dei Ramones, e naturalmente materiale per leggende metropolitane di ogni tipo, alimentate ovviamente da Dee Dee, il più matto dei Ramones e il meno credibile, come quella di Phil che fa provare per otto ore di fila un accordo di chitarra a Johnny e quello in cui Phil li tiene ostaggi con una pistola e li costringe a sentirlo suonare e cantare per tutta la notte "Baby I love you" al pianoforte.

Tra le cose più assurde, Dee Dee disse anche che tutto il disco fu suonato da sessionmen e che loro non suonarono una nota: dopo settimane e settimane di lavoro senza incidere niente, Dee Dee, Marky e Johnny sarebbero tornati a NY lasciando Joey a cantare. Ma in realtà, gli altri tre hanno raccontato che solo su "Baby I love you" non suonarono nulla.

"Baby I love you" che è chiaramente la pietra dello scandalo: massimo successo della loro carriera, fa sì che ai loro concerti arrivi gente che si aspetta power pop influenzato dagli anni cinquanta e si trova questi tizi molto ostili e molto fatti in giacca di pelle e jeans. I Ramones diranno di odiare la cover e di odiare anche il successo che gli ha fatto incontrare un nuovo pubblico che odiavano. Stai attento a quello che desideri, dice il saggio, perché potrebbe avverarsi. Il successo commerciale fuori dall'underground non pare avergli dato la felicità.

Ma veniamo all'LP. Com'é? è una figata, ecco com'è.

Oltre a "Baby I love you" che è una cover davvero iconoclasta e assurda, con la voce scazzata di Joey perfettamente integrata, come sempre c'è la solita marea di energia punk, moltiplicata per cinquanta dalla strumentazione fuori scala e fuori buon senso aggiunta da Phil Spector.

"Do you remember rock'n'roll radio" è classico pezzo di apertura alla Ramones, orecchiabile, di derivazione anni cinquanta, con una intro di batteria demenziale, mentre fiati e tastierine acide si mescolano alle chitarre scatenate. Potevano irritare i Ramones ma rendevano ancora più esplicte le loro influenze fifties e davano a tutto una certa coerenza. Retro punk, pop punk, surf punk, Phil Spector punk, passato e futuro ancora una volta intrecciati al meglio. "È la fine degli anni settanta, è la fine del secolo", e i Ramones mettono il loro marchio anche sugli anni ottanta.

Non finisce qui, naturalmente: "I'm affected" e "Chinese Rock" mostrano già la futura svolta hard'n'heavy di Johnny; "Danny says" è una grandiosa ballata strappamutande in cui emerge l'odio per la vita della rockstar (il disco, il tour, le conferenze stampa, le sessioni di autografi); "I can't make it on time", "Rock'n'roll high school" (colonna sonora di una commedia giovanile misconosciuta), "All the way" e "The Return of Jackie and Judy" (con un riff di chitarra finale pazzesco) sono pop punk al suo meglio; "This ain't Havana" è un altro pezzo di punk classico che potrebbe stare tranquillamente su uno dei loro primi classici.

Alla fine della fiera, "End of the Century" resta uno dei migliori della loro carriera e forse l'ultimo disco davvero influente realizzato da questi eroi anarcoidi del punk più sgraziato e irriverente.

Ai Ramones, però, il disco non piacque. Forse non gli piacque perché non gli era piaciuto lavorare con Phil Spector, forse perché non gli era piaciuto il risultato di "Baby I love you", forse perché non gli era piaciuto il nuovo successo. Eppure, se fosse davvero così, avrebbero realizzato un disco ancora più bubblegum pop con il successivo "Pleasant Dreams"?

Ma questa è un'altra storia.

- Red

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