domenica 26 gennaio 2020

Simon & Garfunkel: "Bridge over troubled water" (1970)

Veniva pubblicato cinquant'anni fa oggi "Bridge over troubled water", ultimo album in studio e forse capolavoro assoluto della carriera di Simon & Garfunkel, uno dei massimi duo vocali del pop americano.



(il disco completo si può ascoltare qui: https://tinyurl.com/qmslwgt)
Quando giunge il momento di comporre e incidere "Bridge over troubled water", Paul Simon e Art Garfunkel sono già fra gli artisti di massimo successo del loro tempo, celebrati per il singolo "The Sound of Silence", per la colonna sonora de "Il laureato" di Mike Nichols con Dustin Hoffman, e per l'album "Bookends".

Normalmente il loro metodo di lavoro è che Paul Simon scriva due, tre, quattro canzoni nell'arco di un paio di mesi, poi chiami Garfunkel per passare un paio di mesi a lavorarci insieme in studio. Ma stavolta, Garfunkel decide di usare il tempo libero tra una sessione in studio e l'altra per recitare in "Comma 22", il nuovo film di Nichols. I tempi delle riprese si dilatano (durando otto mesi da gennaio ad agosto) e così influenzano la realizzazione del disco e pesano anche sul rapporto fra i due. Dopo la pubblicazione di "Bridge over troubled water", che sarà forse il migliore disco della loro carriera, i due si separano, ritenendo di avere detto tutto ciò che potevano dire artisticamente come duo e di avere bisogno di avere stimoli diversi. Garfunkel si dedicherà principalmente alla carriera di attore per diversi anni.

Su questo LP, con l'aiuto del produttore Roy Halee, il duo continua ad espandere la tavolozza sonora dei propri brani, che rimangono radicati nel folk rock intellettuale degli anni sessanta ma respirano influenze gospel e soul ("Bridge over troubled water"), latine ("El condor pasa"), rockabilly (l'esilarante, brillante "Keep the customer satisfied", "Baby driver", la cover di "Bye bye love" degli Everly Brothers), caraibiche ("Why don't you write me"). Tra i collaboratori del disco ci sono diversi membri della celeberrima Wrecking Crew, la formazione aperta di sessionmen di lusso della Los Angeles degli anni sessanta: il pianista Larry Knetchel, il batterista Hal Blaine, il bassista Joe Osborn e il chitarrista Fred Carter Jr; e poi ancora fiati, contrabbasso, percussioni, armonica, pedal steel guitar, archi.

Tutto l'album è di ottimo livello, con brani che come abbiamo detto sono memorabili e variegati, ma la parte del leone la fanno in particolare quattro delle canzoni più belle incise nella loro carriera, a partire dalla commovente, struggente traccia che apre il disco e che gli da il titolo, basata tutta sul liquido scorrere del pianoforte di Knetchel, cantata unicamente da Art Garfunkel in quella che potrebbe essere la sua massima prova vocale. A seguire, troviamo un'altra meraviglia, una cover di "El condor pasa" del compositore peruviano Daniel Alomía Robles, con un nuovo testo composto da Simon e strumentazione tradizionale andina fornita dai Los Incas (che collaboreranno anche con il Paul Simon solista).

In apertura del lato B troviamo "The Boxer", folk rock basato su chitarre acustiche e due voci, che ritorna alle atmosfere di "The Sound of Silence" raccontandoci questa volta la storia di un pugile fallito in una New York cruda e povera, grigia e crudele. Quarto capolavoro tratto dal disco è "Only living boy in New York", che racconta del senso di spaesamento e solitudine provato da Paul Simon nell'essere lontano dall'amico Art Garfunkel, impegnato nelle riprese di "Comma 22"; anche qui il tessuto musicale è folk, ma straordinario è l'uso delle sovraincisioni vocali dei due cantanti, i cui cori angelici confermano le doti fuori dal comune di Simon & Garfunkel nel commuovere e penetrare profondamente nell'anima dell'ascoltatore.

Insomma, se dovete ascoltare un solo LP di Simon & Garfunkel nella vostra vita, fate che sia questo: siamo di fronte alla loro opera migliore (lo so di averlo detto e ripetuto più volte), per profondità, melodie, arrangiamenti e passione. Non è un caso che dopo un'opera del genere il duo si sia sciolto: come potevano realizzare qualcosa di meglio di così? Non avrebbero mai potuto e lo sapevano. Dovevano trovare stimoli e cercare di creare al di fuori dello spazio delimitato dalla loro collaborazione.

Fortunatamente per noi, nonostante gli screzi (e nuovi screzi in futuro), Simon e Garfunkel rimasero amici e ci deliziarono ancora con la collaborazione occasionale in studio ("My little town", 1975), concerti memorabili ("The Concert in Central Park", 1981) e tour che toccarono anche Roma (2004).

- Prog Fox

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