venerdì 31 gennaio 2020

Primal Scream: "XTRMNTR" (2000)

Usciva venti anni fa oggi "XTRMNTR", uno dei capolavori della carriera dei Primal Scream di Bobbie Gillespie , capace di lanciarsi in un mix distopico di elettronica, rock durissimo e psichedelia aggressiva.



(il disco completo si può ascoltare qui: https://tinyurl.com/tsb4uv9)


Quando bussano alle porte del nuovo millennio, i Primal Scream sono reduci da un disco ambizioso ma non completamente riuscito come “Vanishing Point”. Il credito accumulato grazie al capolavoro “Screamadelica” è stato strappato via dalla band di Glasgow dalla critica, poco propensa ad assecondare i cambi d’umore (e di stile, come il disco blues-rock “Give out but don’t give up”) che ad esso sono seguiti. Alla band che ha unito la psichedelia alla techno viene chiesto di guardare ancora una volta al futuro, ma quello che Gillespie vede non è esattamente un’utopia.

Il Regno Unito, e Glasgow in particolare, è all’apice di una crisi della youth culture che vede repressione, abusi di droghe e alienazione deturpare il paesaggio emotivo del territorio di Sua Maestà. Per raccontare le ansie del nuovo millennio, Bobby Gillespie chiama a sé un manipolo di collaboratori d’eccezione. A Kevin Shields, deus ex machina dei My Bloody Valentine, viene assegnato il ruolo di guastatore, e le sue chitarre distorte porteranno sull’orlo dell’esplosione brani come “Accelerator” e “MBV Arkestra”; Bernard Sumner dei Joy Division/New Order aggiungerà il suo basso carismatico a “Shoot Speed/Kill Light”, mentre nel resto del disco sarà Gary Mounfield degli Stone Roses a occuparsene; ai Chemical Brothers verrà affidata la produzione (e il remix) del singolo “Swastika Eyes”, e saranno solo il nome più altisonante di un serie di musicisti elettronici che lavoreranno a questa o quella traccia del disco… La lista potrebbe continuare.

Alla lineup multiforme del disco corrispondono una compattezza, una coerenza interna quasi miracolose, se si considera che i generi fusi a caldo e compressi in questa bomba a orologeria a forma di prodotto discografico sono sulla carta al limite dell’inconciliabile: il rock duro di “Exterminator” e quello durissimo di “Accelerator”, la techno al fulmicotone di “Kill all Hippies” e “Swastika Eyes”, la psichedelia di “Blood money” e “MBV Arkestra” compongono un continuo di sensazioni degne di un incubo, interrotte solo brevemente per il pop sognante di “Keep your dreams” (peraltro scritta da Mani e non dai Primal Scream, forse non a caso). A ciò si aggiungono il simil-rap di “Pills” e un brano difficilmente classificabile come “Insect Royalty”.

Nonostante la difformità di “generi”, "XTRMNTR" è un album monolitico, progettato per respingere con perdite chiunque osi avvicinarvisi senza la dovuta preparazione psicofisica. A coloro che riusciranno a superare il fuoco di sbarramento e gettare il cuore oltre l’ostacolo è riservata la scoperta di un capolavoro vero, vivo e pulsante dietro lo sferragliare angosciante della macchina infernale messa insieme dai ragazzi di Glasgow. Un disco che fa il paio con il dittico distopico dei Radiohead, il cui primo pezzo uscirà di lì a qualche mese e avrà più di un punto di contatto a livello tematico, ma anche per le idee e l’approccio alla materia “rock” (solo per citare un caso eclatante, “The National Anthem” può essere descritta come una “Blood Money” meno incazzata e più orecchiabile).

I Primal Scream, con XTRMNTR, non si limitano a bussare alla porta del Duemila, ma la sfondano letteralmente a furia di martellate e lanci di molotov, mettendo al mondo il loro secondo autentico capolavoro.

- Spartaco Ughi

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