Il 23 gennaio di cinquant'anni fa veniva pubblicato "A Song for Me", terzo album degli inglesi Family, una delle prime formazioni di rock progressivo, fondata a Leicester nel 1967. Persi due membri fondatori, il terzetto superstite non demorde e con due nuovi innesti realizza un buon disco di transizione.
(il disco completo con parecchie tracce bonus si può ascoltare qui: https://www.youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_kycdMx3vL058wxXwAgccXNcRKaa7w-eqA)
Nel 1969 i Family, gruppo di progressive rock prima ancora che il progressive rock avesse ottenuto questo nome, si trovano in grossa difficoltà.
I Family, che con Traffic e Jethro Tull erano stati fra i pionieri di un art rock che aveva come focus le influenze jazz, folk e blues (e non quelle classiche di Nice e Procol Harum), entra in crisi durante il primo tour statunitense: il bassista, violinista e secondo cantante Ric Grech li molla e scappa per andare a fondare i Blind Faith. Ritornati con ignominia in Inghilterra, si trovano a fronteggiare la partenza anche del loro sassofonista Jim King, troppo dipendente dagli stupefacenti.
Rimasti in tre, il cantante Roger Chapman, il chitarrista Charlie Whitney e il batterista Rob Townsend reclutano John Palmer, detto Poli, a flauto, vibrafono e pianoforte, mentre John Weider viene imbarcato come sostituto diretto di Grech - suonerà infatti basso e violino.
Di conseguenza, le sonorità di "A Song for Me", terzo album del gruppo, uscito a gennaio del 1970, vedono sia una parte di continuità sia una parte di novità: il vibrafono colora di influenze jazz l'hard rock di "Love is a sleeper", mentre "Drowned in Vine", capolavoro-monstre che apre l'album, segue le tracce della "The Weaver's Answer" che apriva l'album precedente, aggressiva al limitare del violento, contorta e spasmodica, con la voce di Chapman in primo piano.
Perfetta rappresentazione dell'evoluzione del gruppo è "Wheels", l'altro capolavoro del disco, un altro brano aggressivo in cui emergono ondate successive di vibrafono, chitarra acustica, flauto a sorreggere il canto sgolato di Chapman.
Tolti i due capolavori, il resto del disco mostra i limiti di un disco di transizione senza però mai deludere i fan del gruppo. Il boogie rock di "The Cat and the Rat", lo strumentale per chitarra acustica e flauto "93's OK J" e la lunga divagazione blues "A Song for Me" sono tutte piacevoli, anche se inessenziali visti i risultati ottenuti su questi terreni nei due album precedenti.
"A Song for Me" risulta così un disco consigliato più che altro agli appassionati di questa branca del progressive inglese o ai fan dei Family; certamente fu album importante per il gruppo, che mostrò di poter continuare pur avendo perso due dei suoi membri originali e si regalò due dei propri brani più memorabili. "A Song for Me", che raggiunse il quinto posto nelle classifiche britanniche, fece da apripista a un prosieguo di carriera artisticamente felice.
- Prog Fox
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