martedì 21 gennaio 2020

Nucleus: "Elastic Rock" (1970)

Il 21 gennaio di cinquant'anni fa venivano completate le incisioni di "Elastic Rock", disco di debutto dei Nucleus, uno dei primi e più importanti gruppi di jazz rock britannici, guidati dal trombettista scozzese Ian Carr.



(il disco completo si può ascoltare qui: https://tinyurl.com/vqxktgk)


Il periodo che va dalla fine degli anni sessanta all'inizio degli anni settanta è l'epoca d'oro del jazz rock. Se per i musicisti rock era tutto sommato stato abbastanza facile appassionarsi al jazz, soprattutto in Inghilterra, il percorso inverso era più osteggiato, e dovette partire o dai musicisti che suonavano tanto jazz quanto r&b (vedi Herbie Mann) o da quelli che presero ispirazione da Miles Davis, un tale gigante che poteva permettersi tutto e che riconobbe la dignità del linguaggio rock (non a caso, forse, soprattutto dopo la comparsa sulle scene di Jimi Hendrix).

In Gran Bretagna le cose erano andate un po' diversamente perché tutti i primi rocker, dai Beatles ai Rolling Stones passando per ogni persona nel mezzo, amava tutto ciò che arrivava dai neri americani, che fosse blues, r&b, soul oppure jazz, e metteva le mani sui dischi che trovava senza farsi grandi problemi di divisione dei generi. E anche i musicisti jazz britannici, da Jack Bruce a Ian Carr, furono più lesti di molti altri a mischiare, fondere, espandere sonorità.

Ian Carr, abbiamo detto: studioso e ammiratore dell'opera di Miles Davis, il brillante trombettista scozzese, classe 1933, aveva terminato l'esperienza in duo con Don Rendell e suonato sul meraviglioso "Greek Variations", disco pianificato dal compositore jazz inglese Neil Ardley. Dopo quella esperienza, decide di fondare un gruppo jazz rock, i Nucleus, con l'ausilio di un misto di musicisti provenienti da esperienze rock e jazz, o che già avevano suonato in entrambi gli ambiti.

"Elastic Rock", titolo che è già un manifesto, con brani composti in larga parte da Ian Carr e dal pianista e oboista Karl Jenkins, diviene quindi uno dei primi esempi di jazz rock britannico che parta dal versante jazz.

Brillante e poetico esempio di questo tipo di musica, sarà sicuramente amato da chi apprezza le coeve opere di Neil Ardley (il già citato "Greek Variations", 1969), Colosseum ("Valentyne Suite", 1969) e Soft Machine ("Third", 1970), sebbene il taglio dato da Carr e Jenkins alla musica sia indubbiamente personale. Pensate al fatto che quando venne inciso "Elastic Rock", "Bitches Brew" di Miles Davis non era nemmeno uscito!

Quello che spicca nella prima opera di questo prolifico e capace gruppo, palestra e fucina di talenti per tutti gli anni settanta, è appunto la poesia, la vena melodica ispirata, melodiosa, che lo rende una ottima introduzione al mondo del jazz rock. Tale vena emerge con chiarezza nel brano che da il titolo al disco, nella delicata "Taranaki", nella struggente "Stonescape".

I momenti più energici si trovano concentrati soprattutto nella splendida progressione di "Twisted Track", in "Torrid Zone", forse uno dei pezzi più influenzati da Miles, o ancora nell'oboe di Jenkins che apre la sinuosa "Earth Mother", in cui il gruppo si avvicina quasi alla world music ante litteram dei Third Ear Band nello scatenato finale di "Persephone's Jive".

Abbiamo detto che i Nucleus furono palestra e fucina di talenti: oltre a Carr e Jenkins (che ritroveremo nei Soft Machine), ci sono Jeff Clyne a basso e contrabbasso, John Marshall (altro futuro Soft Machine) alla batteria, Brian Smith a sax tenore e soprano, e Chris Spedding (transfugo dei Battered Ornament, destinato a una carriera da solista e sessionman, per esempio per Jack Bruce) alle chitarre.

- Prog Fox

Nessun commento:

Posta un commento

ARTISTI IN ORDINE ALFABETICO:   #  --  A  --  B  --  C  --  D  --  E  --  F  --  G  --  H  --  I  --  J  --  K  --  L  --  M  --  N  --  ...