martedì 19 novembre 2019

Simple Minds: "Real to Real Cacophony" (1979)

Nel novembre di quarant'anni fa usciva anche "Real to Real Cacophony", secondo album degli scozzesi Simple Minds. Disco interlocutorio, vedeva il gruppo spogliarsi delle più evidenti influenze romantiche alla Roxy Music e addentrarsi nell'elettronica, senza raggiungere forse l'equilibrio ma compiendo un passo necessario per cercare un suono più personale e originale.

(disco completo a disposizione qui: https://www.youtube.com/playlist?list=PLaFHewP8K7d8VZ1V47LOHkuh56H9SmlMX)


Mettiamo subito le cose in chiaro: il secondo album dei Simple Minds, "Real to Real Cacophony", non è all'altezza del disco d'esordio "Life in a day", uscito appena sette mesi prima. È un brutto disco? No; e sicuramente era un passaggio necessario al gruppo. Spieghiamoci meglio.

"Life in a day" era un disco di new wave romantica che si ispirava a Roxy Music, Bowie & Eno e Ultravox, ma portava a un vicolo cieco. Su quella strada c'era solo uno sbocco ed era quello che si vede sulla copertina di "Avalon" dei Roxy Music del 1981, il disco che conclude quell'epopea romantico-sintetica con un capolavoro. Ma di quei capolavori ce ne poteva essere solo uno e non era nelle corde dei ragazzi scozzesi.

Quindi, sapendo di non essere né i primi né i secondi in quel tipo di sonorità, gli ambiziosi ragazzi di Glasgow dovevano per forza di cose cercare una strada nuova. A dirigere le danze è certamente il tastierista Michael MacNeil, che domina il suono di tutto l'album, con risultati interessanti e anche piacevoli ma mai esaltanti, fin dall'introduzione di drum machine di "Reel to real", canzone di apertura in cui Jim Kerr lascia il canto istrionico del disco di debutto in favore di un monotono stupore alla "Men-Machine" dei Kraftwerk, o nello strumentale "Cacophony" quasi industrial.

Quando poi l'istrionismo ritorna, è ispirato a quello di David Byrne più che a quello di David Bowie: è il caso di "Naked eye", "Factory" o di "Carnival", una delle canzoni più riuscite e che, con le conclusive "Calling your name" e "Scar", traccia la strada del gruppo verso un futuro di new wave nevrotica e nervosa, che per perfezionarsi necessita anche di un recupero originale della propria verve romantica abbandonata dopo il primo album.

"Real to Real cacophony", alla fine dei conti, è poco più di un tassello indispensabile al gruppo per arrivare al proprio capolavoro, "New Gold Dream". Prima però ci sono "Empires and Dance", "Sons and Fascination" e "Sister feelings call", in cui le idee di "Real to Real Cacophony" verranno progressivamente sviluppate con sempre maggiore chiarezza.

Ma questa è un'altra storia.

- Red

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