sabato 2 novembre 2019

Damned: "Machine Gun Etiquette" (1979)

Quarant'anni fa oggi usciva "Machine Gun Etiquette", terzo album dei The Damned, che si erano ricostituiti dopo un breve scioglimento seguito alla pubblicazione di "Music for Pleasure".
Un disco superbo che dimostrava, se ce ne fosse bisogno, quanto ancora il punk britannico avesse da offrire alla musica.



(si può sentire l'album completo qui: https://tinyurl.com/y33698ox)



I Damned sono stati il primo gruppo punk a pubblicare un singolo e a pubblicare un album. Nel 1977 avevano pubblicato "Music for Pleasure", stupendo seguito del loro disco d'esordio, che aumentava la tavolozza di colori utilizzati pur rimanendo fedeli al loro stile e al punk. Il disco però non fu capito, soprattutto perché si macchiava della colpa di essere prodotto da Nick Mason dei Pink Floyd: la critica lo massacrò senza ascoltarlo e il gruppo perse un membro dopo l'altro e poi si sciolse minato da droga alcool e rabbia tre mesi dopo.

Dopo un po' di progetti inutili, il cantante Dave Vanian (David Lett), Captain Sensible (Raymond Burns, passato dal basso alla chitarra solista) e il batterista Rat Scabies (Chris Millar) si riformarono nell'aprile del 1979 (senza i chitarristi Brian James e Lu Edwards) prendendo a bordo il nuovo bassista Algy Ward. Nel 1979 pubblicarono quello che forse è il loro capolavoro assoluto, "Machine Gun Etiquette", un disco privo di compromessi e pieno di rabbia incanalata in una musica tanto melodica quanto graffiante, come solo i migliori dischi punk sapevano essere.

"Love Song" inaugura la festa punk con i colpi di mitragliatore di Scabies, il solo graffiante di Sensible e il coro indimenticabile del ritornello, "I just can't be happy today" alterna un solo pazzesco di organo farfisa ultrasixties a un garage punk svogliato e scazzato, "Melody Lee" sono i Kinks accelerati per l'era punk.

"Plan 9 Channel 7" sceglie ancora l'hard rock colorato di organo sixties e cori punk per colpire in faccia l'ascoltatore con forza, e la coda di urla strazianti di Vanian su cui Sensible scaglia i suoi interventi lancinanti di chitarra è uno dei momenti più belli di un disco e di una carriera. Il punk rock-quasi-hard rock senza compromessi di "Looking at you" fa venire la pelle d'oca con un'altra serie di assoli violenti ed essenziali. "Smash it up", la canzone in due parti che conclude il disco, si alterna fra una lunga introduzione art rock che ricorda certi momenti di "Music for Pleasure" e una seconda parte di punk rock anthemico, con testi che ricordano a tutti i punk infighettatisi che prima di tutto qui si cantano la rivoluzione e la rivolta.

L'alternanza perfetta fra melodia e violenza, fra beat/garage rock anni sessanta e punk delle origini, resta un testamento quasi isolato del valore del punk e di come si potesse portare nel decennio successivo, in un certo senso anticipando le idee dei gruppi hardcore melodici come gli Husker Du. I Damned si confermano con "Machine Gun Etiquette" uno dei gruppi più puri e intelligenti dell'era punk britannica. Non è un caso che l'unico altro gruppo che in quel momento continuava, su strade diverse, a perseguire quell'etica e quell'estetica, erano i Clash che stavano registrando il loro "London Calling" nello studio a fianco, e che hanno anche partecipato a cori e battere mani qui e là nel disco.

Conclusi gli anni settanta, i Damned si preparano ad affrontare il decennio successivo appoggiandosi alla forza di questo album per espandersi in ogni direzione possibile: per fare questo pubblicheranno il doppio "The Black Album" nel 1980.

Ma questa è un'altra storia.

- Red

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