lunedì 25 novembre 2019

Bonzo Dog Band: "Keynsham" (1969)

Altro disco uscito nel novembre di cinquant'anni fa è "Keynsham", quarto album della Bonzo Dog Band e confusa rock opera che dovrebbe raccontare il viaggio del gruppo alla volta del paese del Somerset per tenere un concerto.
Il gruppo, senza tradire del tutto le origini di vaudeville e jazz delle origini, è diventato ormai un solido gruppo rock, ma la quadrata vita delle rock star che devono far seguire disco a tour e tour a disco non fa per loro e il gruppo si scioglie nel marzo del 1970.

(disco completo con cinque pezzi bonus a disposizione qui: https://www.youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_mLvV_Y1TR_RAXh4dfyr05AeYZXnEiPCko)
Nel 1969 la Bonzo Dog Band ha già pubblicato il suo terzo album, l'eclettico "Tadpoles", un misto di pezzi nuovi e incisioni realizzate per programmi televisivi di cui era ospite come "Do not adjust your set". Il disco non è certo malaccio, ma i fan si aspettano di più, che sia incontenibile humour in salsa vaudeville-jazz come nell'esordio "Gorilla" o sperimentazione psichedelica come sul secondo album "Doughnut in Granny's Greenhouse".

I Bonzo però a questo punto della loro storia sono diventati una rock band con tutti i crismi, nel bene e nel male, l'anarchia selvaggia di "Gorilla" dopotutto era difficilmente riproducibile, né sarebbe stata la strada giusta per questi bizzarri sperimentatori. Così, invece di realizzare "Gorilla 2" o "Gorilla 3" o "Gorilla 4", la progressione naturale vuole che la Bonzo Dog Band realizzi un bizzarro concept album, strutturato attorno al tema di una cittadina inglese oggi di 15'000 abitanti chiamato Keynsham, nome scelto da una pubblicità radiofonica di metodi sicuri per vincere scommesse sportive, attorno al quale ruoterebbero storie e personaggi. Ruoterebbero, perché in realtà la storia si capisce poco, alcune canzoni poco sembrano entrarci, il disco è frammentario tanto che le canzoni sono spesso poco più di frammenti, stupid songs zappiane, motteggi alla Fugs, anche se totalmente o quasi calati nel linguaggio del rock. A ogni modo questo non è affatto un male, anche perché è l'umorismo caustico del gruppo (oltre che la sua versatilità musicale) a rendere "Keynsham" l'ennesimo colpo riuscito della formazione.

Come sempre la parte del leone come autori la fanno il pianista e chitarrista Neil Innes e l'eccentrico Vivian Stanshall, principali voci della formazione; a completare il gruppo stanno altri tre membri di lunghissimo corso, il batterista 'Legs' Larry Smith, il sassofonista, clarinettista e membro fondatore Rodney Slater e il polistrumentista Roger Ruskin Spear. A completare il gruppo il bassista Dennis Cowan, già con il gruppo dal 1968.

Il trittico iniziale, tutto firmato da Neil Innes, mostra le straordinarie doti melodiche del musicista e serve a definire il tono dell'album: "You done my brain in", "Keynsham" (forse massimo fra i capolavori dell'album), "Quiet talks & summer walks" ci spiegano che, a grandi linee, le canzoni del disco saranno divise rispettivamente in rock'n'roll aggressivo, rock barocco non di rado dal taglio sarcastico se non parodistico, e meditazioni sognanti. Infatti, dopo "Tent", un rock'n'roll goliardico che parodia gli anni cinquanta e rimanda ai primi Bonzo, abbiamo un altro trittico di brani che confermano gli interessi musicali dei Bonzo di oggi: "We were wrong", un duetto romantico tra Larry Smith e Vivian Stanshall, "Joke shop man", una inquietante fantasia tra psichedelia e rumorismo, e "The Bride Stripped Bare by Bachelors", titolo preso in prestito da un'opera di Marchel Duchamp, che descrive l'arrivo dei Bonzo a Keynsham fra lo scetticismo profondo degli abitanti, qui siamo in territorio rock opera alla Who ma tutto volto alla parodia caracollante.

Il lato B si apre con il favoloso basso di Cowan, che ci guida per tutta la psichedelica "What do you do", amara riflessione di Innes sull'alienazione e la futilità della vita quotidiana ('I do what I do, every day. I do what I do, I am what I am, we are what we are, we do what we can'), e con un altro dei brevi rimandi allo stile del primo album, la ridicola "Mr Slater's Parrot". Segue "Sport", che musicalmente passa dal clavicembalo barocco a una stupida jam per basso e campane, è una autodichiarazione di inettitudine del gruppo: Stanshall ci spiega per filo e per segno che un ragazzino a cui non piace lo sport non potrà che divenire un uomo inutile per la società - il pezzo trasuda scherno per il machismo e l'ossessione per l'atletismo dell'ingessato conservatorismo delle scuole inglesi (non a caso vittime predilette anche degli amici Monty Python).

Ci avviamo così verso la fine del disco con "I just want to be with you", forse l'unica canzone d'amore quasi seria della carriera del gruppo, e con "Noises for the Leg", un fantastico solo di theremin di Ruskin Spear che ci introduce all'ultimo epos dell'album, "Busted". La canzone conclude la storia di "Keynsham" con la band vittima di un blitz della polizia alla caccia di droghe, ricordandoci certe atmosfere create qualche anno prima dai Fugs, trasposte però nel mondo rurale britannico.

"Keynsham" è così un disco meritorio e meritevole, che non piacque a parte della critica e del pubblico solo perché non accettavano che l'immagine che i Bonzo si erano dati nei primi due album del gruppo e nelle loro comparsate televisive era mutata. Oggi, a distanza di tanti anni, non abbiamo più idea di chi siano e cosa rappresentassero e ci possiamo invece godere l'album senza tante storie.

Dopo "Keynsham", i Bonzo si fermano a meditare sul fatto che tutto sia diventato troppo serio - tour dopo tour come spalla di gruppi giganteschi come Cream e Led Zeppelin, meno divertimento e spontaneità, e decidono di prendersi una pausa o sciogliersi, non è chiaro nemmeno a loro cosa. L'ultimo concerto del gruppo comunque sarà il 14 marzo del 1970.

Liberati dalla costrizione della vita disco-tour-disco-tour, esplodono in una marea di progetti e progettini (cinque di queste canzoni sono presentate in coda al disco nella ristampa del 2007) prima di essere forzati a riunirsi nel 1972 per motivi contrattuali e incidere il loro ultimo disco, "Let's make up and be friendly".

Intanto però riascoltiamo insieme "Keynsham" e ricordiamo l'ammonimento scritto sulle note di copertina: "Mothers with children please note. This record is inedible!"

- Prog Fox

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