martedì 8 ottobre 2019

Tony Banks: "A curious feeling" (1979)

L'8 ottobre di quarant'anni fa veniva pubblicato "A curious feeling", primo disco solista di Tony Banks, meglio noto come tastierista dei Genesis. Un album che si collocava nel solco delle produzioni del gruppo, con una trama narrativa interessante, fra brillanti intuizioni melodiche ma privo purtroppo della densità di arrangiamenti che un lavoro corale può garantire.



(il disco completo si può trovare qui: https://www.youtube.com/playlist?list=PLX3uBFRENTqznsnkVoPY9XNuBkdL9qojg)

Dopo avere inciso "And then there were three", pubblicato nel 1978, i Genesis si prendono un anno di pausa. Come si evince dal titolo del loro ultimo LP, persi Peter Gabriel e Steve Hackett, passati alla carriera solista, sono rimasti insieme il batterista e cantante Phil Collins, il bassista Mike Rutherford e il tastierista Tony Banks.

Per evitarsi un po' di tensioni, si prendono un anno libero e si dedicano alle proprie cose: Banks decide di incidere un concept album in uno stile non troppo diverso da quello del suo gruppo, "A curious feeling", suonando tutti gli strumenti a eccezione della batteria, suonata da Chester Thompson (secondo batterista live dei Genesis), e facendosi aiutare dal cantante Kim Beacon, artista poco noto che era stato la voce solista degli String Driven Thing per "Keep yer 'and on it" nel 1975.

Il disco ha un tema davvero peculiare: si tratta infatti della storia di un bambino che, giocando, invoca il Diavolo chiedendogli di donargli il successo in cambio della rinuncia all'amore. Il Diavolo, inconsapevolmente al ragazzino, esaudisce il suo desiderio. Da adulto, il ragazzo diventa un genio, ma si innamora e il Diavolo si prende la sua intelligenza, riducendolo a un povero imbecille senza memoria.

Storia abbastanza drammatica ma raccontata con leggerezza, con momenti musicali di notevole livello. La dolceamara "Lucky Me", la graffiante "The Lie" e la struggente "For a while" sono le tre tracce migliori, degne delle migliori composizioni dei Genesis di fine decennio: "For a while" in particolare, profondamente straziante nella sua malinconica, rassegnata descrizione del crollo mentale del protagonista, pronto ad accettare la fine della sua relazione e della sua vita normale e dicendosi comunque fortunato perché 'it was good for a while: I found somebody to take my hand to the promised land of the loved'.

La title track "A curious feeling" è un pezzo pop leggero e frizzantino che sarebbe andato bene su "And then there were three", anche se forse questo non è proprio un grandissimo complimento. "The Waters of Lethe" è il migliore dei pezzi strumentali, molto evocativo.

Il problema generale è la qualità degli arrangiamenti, qualcosa che rappresentava un problema per "And then there were three" e che continuerà a essere un problema per tutto il resto della carriera del trio. Banks, molto banalmente, non può suonare e arrangiare chitarre, basso e tastiere tutto da solo, e per fortuna che c'è Chester Thompson e che Kim Beacon è un buon cantante. Fatto sta che l'album sembra più un demo di alto livello che non un disco vero e proprio, e questo toglie un po' di energia e fascino all'ascolto.

Nonostante ciò, "A curious feeling" risulta uno dei più riusciti album della carriera del tastierista dei Genesis, e un ascolto curioso (ops) per i fan dei Genesis e di Tony Banks.


- Prog Fox

Nessun commento:

Posta un commento

ARTISTI IN ORDINE ALFABETICO:   #  --  A  --  B  --  C  --  D  --  E  --  F  --  G  --  H  --  I  --  J  --  K  --  L  --  M  --  N  --  ...