mercoledì 9 ottobre 2019

Jesus and Mary Chain: "Automatic" (1989)

Il 9 ottobre di trent'anni fa usciva "Automatic", terzo album dei The Jesus And Mary Chain, considerato un disco piuttosto debole dei fratelli Reid. In realtà, se riuscirete a superare il fastidio per le discutibili batterie elettroniche e l'assenza del basso, diverse canzoni non sono affatto male. Da rivalutare.



(disco completo qui: https://www.youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_kZ4aW0zTlQn2pwQB4X7ojm3RJQ4Y9jlEc)



"Automatic" è uno di quei dischi, sapete di quali sto parlando, quelli che quando c'è una band che ha fatto quasi solo buoni dischi bisogna trovarne uno brutto e allora tutti 'Ah sì fighi i Jesus and Mary Chain però "Automatic" faceva cagare', così insomma non devi fare la figura del fan a tutti i costi.

Be', fottetevi, "Automatic" non fa cagare: come melodie è tra i migliori dischi dei fratelli Reid, perché qui son rimasti solo loro, William e Jim, a suonare chitarre e tastiere e cantare, anche se il nuovo batterista Richard Thomas fa in tempo a suonare su "Gimme Hell". Perché l'album ha solo un piccolissimo, minuscolo difettuccio: i suoni di basso e batteria, realizzati con dei banali sintetizzatori, fanno schifo. E non è che sarebbero obbligati a fare schifo, la tecnologia è già abbastanza buonina, chissà che avevano in mente quando hanno inciso quelle cose.

Le canzoni però sono forti, come direbbe Adriano.

"Here comes Alice", capolavoro da rock psichedelico dell'era rave. "Coast to Coast" e "Blues from a Gun" sono brillanti canzoni rock'n'roll aggiornate ai fasti del tempo. "Between Planets" è ultrapop degno dei gruppi del futuro distopico di Arancia Meccanica, "Half way to crazy" è bubblegum pop dal quale emergono le influenze sixties dei fratelli Reid in modo esplosivo ed esilarante, con un assolino da cinque note o poco più, "Head on" il loro più grande successo negli USA, meritatamente.

Quindi ok, la produzione proprio non va bene, l'idea di fare il basso e la batteria così è stata una cazzata, ma il disco, no, non si può davvero relegare nel dimenticatoio.

Tanto, tanto dei Jesus and Mary Chain e di "Automatic" filtrerà nel nascente brit-pop, mentre il gruppo a causa delle sue chitarre gocciolanti acido diverrà uno dei British act più vicini al grunge e finiranno a girare i Loollapalooza - lanciati da "Head on", continueranno il flirt con l'America grazie al successivo "Honey's Dead".

Ma questa è un'altra storia.

- Red

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