venerdì 4 ottobre 2019

Renaissance: "Renaissance" (1969)

Nell'ottobre di cinquant'anni fa usciva "Renaissance", album omonimo della formazione progressive inglese fondata dal cantante Keith Relf e dal batterista Jim McCarty, reduci degli Yardbirds.
Il disco d'esordio dei Renaissance, che beneficia anche della dolcissima voce femminile di Jane Relf, sorella di Keith, è un buon esempio di progressive romantico degli albori, ma non ottiene un grande successo di pubblico.

(il disco completo con due tracce bonus si può ascoltare qui: https://www.youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_nVNgH8bM6nt9-sohxxFOqvP4FMOzZvAbQ)

Poche cose testimoniano dello spostamento tellurico della musica rock inglese alla vigilia degli anni Settanta quanto un evento relativamente minore, ovvero la nascita dei Renaissance e la pubblicazione del loro primo album omonimo.

Sebbene i Renaissance otterranno un notevole successo come gruppo al limite fra progressive rock e folk rock durante gli anni Settanta, nel 1969 essi sono solo il nuovo progetto del cantante Keith Relf e del batterista Jim McCarty, entrambi del 1943 e noti per avere militato negli Yardbirds. Ma quelli che sono davvero percepiti come eredi degli Yardbirds, grande gruppo blues rock inglese degli anni Sessanta, sono i chitarristi Eric Clapton, Jeff Beck e Jimmy Page, quest'ultimo impegnato con i Led Zeppelin, che si erano alternati alla sei corde della formazione durante i suoi anni di attività.

Così, l'attenzione per i Renaissance non è elevatissima, anche se il gruppo ha idee decisamente chiare su ciò che vuole perseguire: nelle parole di McCarty, sono stufi di rock duro, vogliono dedicarsi a uno stile più poetico, più folk - e anche più classico in senso musicale, col supporto alla produzione di Paul Samwell-Smith, un altro ex-Yardbirds passato dietro la consolle.

La direzione scelta è quella tracciata dalle intuizioni di Procol Harum e Nice, si cerca di costruire un rock melodicamente improntato agli indirizzi della musica colta, sfruttando i talenti di due preparatissimi musicisti dell'epoca, il bassista ventitreenne Louis Cennamo, professionista dall'età di 16 anni, e il pianista di formazione classica John Hawken (classe 1940). Durante le registrazioni del primo album, ai quattro si aggiunge la voce femminile di Jane Relf, sorella di Keith, che diverrà un membro a tutti gli effetti del gruppo quando inizieranno il tour promozionale del disco.

"Renaissance" si apre con l'unisono clamoroso di basso e pianoforte di Cennamo e Hawken in "Kings and Queens". "Innocence" sembra quasi anticipare certe atmosfere di "Trespass" dei Genesis, soprattutto nell'uscita finale dalla sezione strumentale.

"Island", che apre il lato B, è forse il pezzo più significativo, il pezzo più caldo e romantico, grazie anche alla voce di Jane Relf, il pezzo che anticipa maggiormente il progressive romantico più tipico di qualche anno dopo.

"Wanderer" mette in mostra le capacità di Hawken al clavicembalo, mentre la conclusiva "Bullet" appare un po' troppo lunga con i suoi undici minuti e passa, nonostante alcuni buoni momenti, come quando mette in mostra anche le influenze blues di Keith Relf, che vi suona l'armonica, mentre nel solo di basso elettrico Cennamo usa anche l'archetto di violino, ispirandosi a Jimmy Page e a Eddie Phillips, chitarrista dei Creation.

Con momenti davvero brillanti, anche se un po' freddo, "Renaissance" è il buon debutto di una formazione che muterà completamente volto nel giro di due dischi, cambiando tutti i suoi membri e raggiungendo con le nuove facce il successo. A inizio 1970, tanto per cominciare, McCarty e Relf lasceranno il progetto, infelici perché la costante attività concertistica non riesce a incontrare i favori del pubblico, che continua ad aspettarsi da loro il blues degli Yardbirds.

- Prog Fox

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