mercoledì 2 ottobre 2019

Police: "Reggatta de Blanc" (1979)

Il 2 ottobre di quarant'anni fa usciva "Reggatta de Blanc", secondo album del trio dei The Police, formato da StingAndy Summers Music e Stewart Copeland, superbi musicisti e infiltrati del post punk inglese.
"Reggatta de Blanc", che contiene le hit mondiali "Message in a Bottle" e "Walking on the Moon" (entrambe giunte al primo posto nella classifica dei singoli britannici), potrebbe essere il momento più alto della carriera del gruppo.




I Police si sono collocati saldamente in cima alle classifiche già dal loro album d'esordio, "Outlandos d'Amour" (#6 in UK, #23 in USA). Abusivi del punk, sono in realtà tre musicisti dalla grandissima preparazione, il chitarrista inglese Andy Summers ha 35 anni, una preparazione accademica e una carriera come sessionman nel prog e nel jazz, il batterista americano Stewart Copeland, 27 anni, ha suonato progressive con i Curved Air, il cantante Sting si è formato come bassista fusion e jazz rock.

Innamoratisi del punk, Sting, Summers e Copeland si sono spesi per accreditarsi presso la nuova generazione con "Outlandos d'Amour"; ora, con la fine dell'epoca più radicale del punk, possono rilassarsi e correre a briglia sciolta fra le loro passioni musicali. L'interesse sincero per punk, new wave e reggae li rende fra i migliori sperimentatori e innovatori della loro epoca; e "Reggatta de Blanc" è la loro consacrazione nell'Olimpo del Rock. Per mantenere il controllo completo sulla loro arte, i Police incidono nuovamente nel piccolo Surrey Studios con Nigel Gray, a un costo inferiore alle 10'000 sterline, che possono coprire tranquillamente coi guadagni del primo album.

Fin dalle prime note di "Message in a Bottle" ci rendiamo conto che i Police non hanno arretrato di un millimetro rispetto alla carica del loro album d'esordio. Copeland riparte da dove ci siamo lasciati, con una ritmica anomala di batteria, sulla quale Summers tesse incisi ispirati al blues e figure ritmiche ispirate al jazz, i suoi amori giovanili. Sting, con le sue fluide linee di basso e il suo falsetto tenorile, è cantante innovativo e unico per la sua epoca. "Message in a Bottle" non è che il primo capolavoro di questo disco, inno romantico contro la solitudine esistenziale che si conclude con un messaggio di speranza e il ritornello epico 'sending out an S.O.S.'.

Il terzetto di brani che segue non è da meno: "Reggatta de Blanc", firmata da tutti e tre i musicisti, è un'opera indefinibile, mescola reggae, progressive, punk e rock in maniera assolutamente inaspettata grazie alla versatilità musicale dei tre protagonisti, con Sting che canta vocalizzi senza parole, dando al tutto una atmosfera lunare e surreale. "It's alright for you" ci riporta alle origini punk della loro musica, con gli accordi sghembi di Summers in primo piano, mentre "Bring on the night" (riscrittura di "Carrion Prince" dei Last Exit, uno dei precedenti gruppi di Sting) è una canzone da brividi sull'attesa della morte, uno dei pezzi in cui sono più centrali il ruolo ritmico del reggae e il ruolo armonico della musica caraibica, anche se è "The bed's too big without you" la canzone maggiormente legata agli stilemi più profondi della musica giamaicana.

"Deathwish", composizione corale scelta per la colonna sonora de "Il giustiziere della notte" con Charles Bronson, si caratterizza ancora per il dualismo fra una strofa reggae dai forti influssi jazz della chitarra di Summers e per un ritornello quasi punk, con Sting impegnato nel suo falsetto più acuto.

"Walking on the moon" è una ballata sublime, non sappiamo quanti aggettivi possiamo ancora sprecare per la peculiarità unica del modo di suonare di Copeland e Summers, riconoscibili fra centomila: la chitarra qui rilascia squarci lancinanti, Sting concepisce un ritornello sublime, Copeland danza fra le percussioni con la grazia di un dio della pioggia; il tema lirico e la musica ci portano ancora fra le atmosfere notturne e lunari che dominano l'album.

"On any other day" e "Does everyone stare", composte da Stewart Copeland, ne mostrano lo humour surreale e storto, contrapposto alle tematiche liriche più profonde, alla fronte sempre aggrottata del serioso Sting; ma sono soprattutto altri due pezzi esilaranti anche musicalmente, un clamoroso scherzo punk il primo (con il batterista anche alla voce solista), da cui ci aspetteremmo una cover dei Blink-182 cantata da Tom DeLonge, un pop jazz dai toni neri il secondo, con un'altra prova magistrale di Summers alla chitarra.

"Contact" segue una struttura davvero bizzarra concepita da Copeland, con un giro di basso davvero memorabile di Sting (di cui colpevolmente non abbiamo enfatizzato abbastanza le qualità alle quattro corde), mentre "No time this time" conclude l'album ricordandoci ancora che i Police non si sono intrufolati nel punk solo per vendere qualche copia, ma per una sincera adesione interiore, per una sincera passione per le novità musicali che la rivoluzione punk aveva portato.

Quindi alla fine dei conti siamo davvero in presenza di ciò che ci annuncia il titolo, 'il reggae riletto dai bianchi', quindi in quanto anglosassoni bianchi fruitori e produttori di classic rock, di punk, di new wave, appropriatori culturali della musica nera in tutte le sue forme da riplasmare in qualcosa di nuovo: confrontate "Reggatta de Blanc", pubblicato il 2 ottobre 1979, con "Survival" di Bob Marley, uscito lo stesso giorno. En passant, "Reggatta de Blanc" raggiunge il primo posto delle classifiche britanniche ("Survival" raggiungerà un rispettabilissimo numero 20).

"Reggatta de Blanc" è un disco superbo di una formazione superba da ogni punto di vista. I Police si confermano l'equivalente dell'era punk dei Cream, con un album che, come le maggiori opere d'arte, unisce ampia accessibilità, elevata qualità e innovazione.

Concepito in un momento della loro vita in cui i Police scrivevano ancora come una forza collettiva e Sting non era ancora il sex symbol e leader accentratore del complesso, "Reggatta de Blanc" resterà il momento più significativo della loro carriera.

- Prog Fox

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