lunedì 30 settembre 2019

Wire: "154" (1979)

Quarant'anni fa a settembre veniva pubblicato "154", terzo album del gruppo post punk inglese dei Wire, uno dei massimi album delle massime band dell'epoca.



(album completo disponibile qui: https://www.youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_kq3DhRWUZ46sahSAa5MJ3mrDxCGa8zpZc)



Se "Chairs Missing" era un capolavoro in transizione, "154" è un capolavoro vero di questo quartetto di eroi del post punk inglese. Il chitarrista-cantante Colin Newman, il bassista-cantante Graham Lewis e il chitarrista Bruce Gilbert sono maturati completamente come autori, e ognuno dei tre ha una profonda voce autoriale, riconoscibile anche quando si scontrano nel comporre assieme (al punto che non si mettono d'accordo neanche bene su chi abbia composto cosa, a giudicare dalla natura cangiante dei credits nelle ristampe). Robert 'Gotobed' Grey è l'indispensabile forza propulsiva che con il suo drumming ispirato in egual misura a krautrock e punk fa da collante al suono del gruppo.

Ogni canzone è un microcosmo di idee, propugnate dal pulsante sound di Gotobed sul quale i tre compositori tessono parabole musicali che vanno dal quasi pop della perfetta "The 15th" alla new wave ballabile di "On returning", squarciata da suoni alienanti come una tela di Fontana, dalla new wave da camera che lascia a bocca aperta di "A mutual friend", con Joan Whiting al corno al punk rock imbevuto di synth pop di una perla come "Map Ref 41 Degrees N 93 Degrees W", o alla canzone finale, la solenne, liquida e inquietante "40 Versions".

Sebbene il cantante principale sia Colin Newman, con la sua voce esile e pensosa da intellettuale di art school, Graham Lewis è il baritonale cantore funereo e solenne di sacrifici rituali come "I Should Have Known Better", come il minimalismo affascinante di "Blessed State" e come il masterpiece "A Touching Display", con una coda allucinata in cui emergono basso e chitarre carichi di feedback al punto massimo di tensione sopportabile dagli strumenti.

"154" è in sintesi un capolavoro dell'era post punk, insuperato nella carriera dei Wire. Il livello di sperimentazione e tensione creativa infatti raggiungerà il parossismo durante i due anni successivi, e il gruppo alzerà bandiera bianca, consegnando alla posterità l'LP "Document and Eyewitness", frutto del fallimentare tentativo di lavorare ancora come una unità funzionale.

Ma questa è un'altra storia.

- Red

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