mercoledì 11 settembre 2019

Kevin Ayers: "Joy of a toy" (1969)

L'11 settembre di cinquant'anni fa venivano completate le incisioni del primo disco da titolare di Kevin Ayers - www.kevinayers.org, transfugo dei SOFT MACHINE. Si trattò del primo squillo di una brillante carriera solista, anche grazie al contributo dei vecchi compagni, in primis Robert Wyatt, e di un arrangiatore come il grande David Bedford.




(il disco completo con varie tracce bonus si può ascoltare qui: https://www.youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_k-qlYZxEK3hoiN3fb-pdGm0TS-KJ8KaLc)




Kevin Ayers, nato nel 1944 a Herne Bay, nei pressi di Canterbury, nella regione inglese del Kent, si trasferisce in Malesia quando la madre divorziata si risposa con un funzionario coloniale britannico. Ritornato nel Kent a dodici anni, inizia la propria carriera musicale come bassista dei Wilde Flowers, gruppo che diverrà poi noto col nome di Caravan dopo che Ayers e il batterista Robert Wyatt lo lasceranno per unirsi all'organista Mike Ratledge e al chitarrista australiano Daevid Allen per fondare i Soft Machine nel 1966.

Dopo il primo singolo "Love makes sweet music" (1967), Allen viene espulso dall'Inghilterra per un problema di visti e il terzetto continua senza chitarrista per un primo disco di rock psichedelico, "The Soft Machine" (1968), dopo il quale fa da gruppo spalla a Jimi Hendrix nel suo secondo tour americano.

Ayers capisce che la vita della rockstar, tra incisioni di album seguite da tour in un continuo incessante, non fa per lui. Lascia il gruppo, vende il proprio basso e decide di lasciare la musica, ma, dice la leggenda, Jimi Hendrix gli regala una chitarra acustica Gibson J-200 in cambio della promessa di continuare a comporre. Qui poi le storie divergono: chi dice che abbia composto una serie di canzoni fiabesche e dissociate a Ibiza in compagnia di Daevid Allen, chi che si sia rinchiuso a scriverle nel proprio appartamento a Londra.

Fatto sta che tali canzoni, composte in uno stile che guarda più ai Pink Floyd di Barrett e ai "cugini" Caravan che non ai suoi vecchi compagni, diverranno il suo primo disco solista, "Joy of a toy", inciso ad Abbey Road tra il 17 di giugno e l'11 di settembre del 1969.

Ayers, al contrario per esempio di Syd Barrett, è un autore lucido e le sue composizioni scanzonate non suonano mai inquietanti, limitandosi al massimo a un filo di malinconia. Ayers canta con voce gradevole, pigra, indolente e baritonale, e suona chitarre, basso, melodica e armonica. Lo accompagnano l'arrangiatore orchestrale, pianista e tastierista David Bedford e l'amico Robert Wyatt, generoso batterista dei Soft Machine, più una serie di ospiti scelti accuratamente per tingere con acquerelli sonori momenti appropriati.

"Joy of a toy continued" apre il disco con una marcetta debosciata, diretta prosecuzione della "Joy of a toy" che compariva nel primo disco dei Soft Machine (non a caso vi suonano anche Mike Ratledge all'organo e l'erede di Ayers al basso, Hugh Hopper). Si tratta di un brano delizioso che mette in mostra l'approccio del tutto non serioso di Ayers alla registrazione.

Dopo questa introduzione, le canzoni del disco si dividono grossomodo in due gruppi: "Town Feeling" (con Paul Minns all'oboe, Jeff Clyne al contrabbasso, Paul Buckmaster al violoncello); "Eleanor's Cake", "Girl on a swing" e "The Lady Rachel" sono ballate fiabesche, stracche, dai colori tenui e dalle influenze folk.

Il secondo gruppo è invece formato da pezzi altrettanto efficaci ma più energici, man mano più colorati da appena un tocco di avanguardia, dalle quasi normali "Song for Insane Times" (ancora con Hopper e Ratledge, anche al flauto) e "The Clarietta Rag" alle sempre più strambe "Oleh Oleh Bandu Bandong" e "Stop this train" (entrambe con Rob Tait, batterista dei Battered Ornaments e dei Piblokto).

"All this crazy gift of time", che conclude l'album, rappresenta una sorta di sintesi fra i due approcci, sposando una allegra, indolente ballata folk con due code strumentali che richiamano l'approccio marcettistico dell'inizio, trasmesso però dall'inusuale esuberanza di un Ayers che gioca qui a fare lo one-man band.

"Joy of a Toy" è l'opera di un cantautore freak-progressive, forse il migliore dei cantautori freak-progressive inglesi, perché il più lucido e meno compromesso, almeno a questo stadio della sua carriera. I problemi di droga e instabilità lo coglieranno più tardi dei suoi colleghi - nel 1969, "Joy of a Toy" è ancora solo il primo passo di un artista che ha ancora da offrire il meglio negli anni immediatamente a seguire, tra 1970 e 1972.

- Prog Fox

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