giovedì 19 settembre 2019

Fleetwood Mac: "Then play on" (1969)

Il 19 settembre di cinquant'anni fa veniva pubblicato "Then play on", terzo, meraviglioso disco dei Fleetwood Mac, all'epoca ancora principalmente un gruppo blues alle dipendenze del geniale chitarrista Peter Green.



(disco completo di settembre 1969, con due bonus track risalenti al maggio 1970 incise dalla stessa formazione: https://www.youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_m9jxmpeLg27zTt1FcPIXpCjg7fi1uZoTU)



Il più grande album della storia dei Fleetwood Mac, a parere di chi scrive, esce durante quello che sarà l'ultimo momento felice della formazione inglese per diversi anni. Nel 1969 il gruppo aveva già pubblicato due album in studio di blues abbastanza tradizionale, basato in larga parte sull'estro del leader Peter Green, cantante, chitarrista e compositore che aveva chiamato la band così in onore degli amici Mick Fleetwood, batterista, e John McVie, bassista, che aveva voluto coinvolgere nel suo progetto. Quarto musicista coinvolto, il chitarrista Jeremy Spencer, esperto di slide e buon pianista blues.

Nell'autunno del 1968, Peter Green convinse la band ad assumere un terzo chitarrista, Danny Kirwan, che aveva suonato in un gruppo spalla ai loro concerti. Il motivo era anche che il bizzarro Jeremy Spencer mostrava chiaramente di non essere interessato a suonare i pezzi man mano più sperimentali di Green, preferendo sempre più di dedicarsi a blues tradizionali o a rock'n'roll anni cinquanta.

Con questo impianto musicale i Fleetwood Mac registrano il singolo di successo "Albatross", un meraviglioso strumentale che viene pubblicato nel novembre del 1968. Successivamente, i cinque musicisti si dedicano alle incisioni del loro capolavoro, "Then play on", che verrà pubblicato nel settembre dell'anno successivo.

"Then play on" vede in particolare coinvolti Green, Kirwan, Fleetwood e McVie, mentre lo scettico Spencer si limita ad aggiungere qualche nota di piano qui e lì. Il disco viene pubblicato in quattro versioni diverse nel corso del 1969, che contengono sequenze diverse, qualcuna ha dei singoli usciti nello stesso periodo, qualcuna no, insomma il solito casino della discografia dei Fleetwood Mac dell'epoca.

Comunque, tutto il materiale registrato e pubblicato si trova nel cd edito nel 2013, consiste in sedici brani e si può suddividere in tre gruppi, tutti davvero riusciti e interessanti, e così capaci di conferire all'album varietà, interesse e longevità.

Il primo gruppo consiste di blues rock classici con la chitarra di Peter Green a farla da padrona: ci sono sia brani ritmati e minacciosi come "Show-Biz Blues" e "Rattlesnake Shake", che confinano col rock'n'roll, sia slow blues come "Without you".

Il secondo gruppo vede invece brani dolenti che vagano al confine fra folk e blues, molti dei quali composti da Danny Kirwan, e che includono "Coming your way", la commovente "When you say" e "Although the sun is shining".

Infine, ci sono le jam, o meglio i brani ricavati da jam attraverso un taglia e cuci operato personalmente da Peter Green che seleziona i momenti migliori delle lunghe sessioni di improvvisazione tenute dal gruppo durante l'epoca. A questo gruppo di brani appartengono "Fighting for Madge", "Underway" e "Searching for Madge", brillanti improvvisazioni strumentali, in particolare quest'ultima, caratterizzata da un finale colorato da un insensato quanto meraviglioso inciso di archi.

Infine, come summa di tutto l'album giungono le due parti di "Oh Well", anche pubblicate come due facce d un singolo di successo negli Stati Uniti. "Oh Well", composta da Peter Green, inizia come un rock blues aggressivo, per poi trasformarsi in una estesa coda malinconica e medievaleggiante basata sulla chitarra acustica, pianoforte e persino violoncello.

Blues rock progressivo e sperimentale tra i migliori uscito dall'Inghilterra, alternativa visionaria alle idee già espresse nel campo dei Cream, dei Led Zeppelin e di Jeff Beck, i Fleetwood Mac e in particolare Peter Green firmano il loro posto nella storia del rock britannico con questo disco fantastico, forse l'ultimo disco davvero rivoluzionario dell'era classica del blues inglese.

- Prog Fox

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