sabato 21 settembre 2019

Cheap Trick: "Dream Police" (1979)

Il 21 settembre di quarant'anni fa usciva "Dream Police", quarto album in studio di quei mattacchioni degli americani Cheap Trick, da Rockford, Illinois. A seguito del successo planetario del loro live al Budokan, "Dream Police" divenne il loro album in studio più venduto in assoluto.




(il disco completo si può ascoltare qui: https://tinyurl.com/yxm3u8jj)




"Dream Police" arriva dopo il successo clamoroso dei Cheap Trick con il loro "Live at Budokan", inizialmente inciso in Giappone solo per il mercato nipponico. I casi della vita trasformano un live su solo LP di questo gruppo di hard rock/power pop misconosciuto in patria in un disco di platino, grazie soprattutto a "I want you to want me", singolo che era già stato edito senza grande fortuna per promuovere il loro secondo album "In color", e che aveva sfondato appunto in Giappone raggiungendo il numero #1.

Il successo colpisce la band mentre è in studio a incidere il quarto album, "Dream Police", con il produttore storico Tom Werman, che li ha aiutati anche nei due dischi precedenti, e con un amico di lunga data, il tastierista Jay Winding. Questo non cambia molto le cose se non che la casa discografica rinvia l'uscita dell'album quasi pronto a più avanti per non confliggere col successo del live.

Il chitarrista Rick Nielsen (autore o co-autore di tutti i pezzi del disco) e i suoi compagni (il cantante-chitarrista Robin Zander, il bassista Tom Petersson e il batterista Brad "Bun E. Carlos" Carlsen) accettano di buon grado il rinvio: sarà una mossa azzeccata, dato che "Dream Police" raggiungerà il #6 nelle classifiche e sarà il loro massimo successo commerciale in studio.

Dal punto di vista dei contenuti, "Dream Police" conferma i Cheap Trick come una band di una solidità stupefacente: ci sono qui e lì idee interessanti e soluzioni innovative, ma il grosso della struttura ricalca quella dei dischi precedenti, ondeggiando dalla power ballad (che non diventa mai melensa o lagnosa) all'hard rock grintoso (ma che non sfocia mai nel metal).

Il disco si apre con la perla che da il titolo all'album, un power pop grintoso e piacione, con arrangiamenti orchestrali e coretti deliziosi che ricordano le migliori cose della Electric Light Orchestra, a cui però Nielsen infonde uno dei suoi classici soli di chitarra.

L'album prosegue con un altro pezzo pazzesco, "Way of the World", quintessenza power pop con Carlos che mostra la sua capacità di trasformare un banale 4/4 in una mostruosità cthulhiana gargantuesca e dotata di infiniti pseudopodi battenti, alzando e abbassando praticamente da solo la tensione del brano. Superba la voce di Robin Zander, che sa variare la sua esecuzione da un morbidissimo falsetto a un rabbioso urlo alla Roger Daltrey, caratteristiche che sfrutta in abbondanza in tutto il disco.

Tra gli altri pezzi notevoli da segnalare ci sono almeno "Gonna raise hell", sorta di incrocio fra hard e disco dal passo minaccioso sostenuto quasi per intero dalla voce di Zander, la ballatona "Voices" (un classico per chi conosce a memoria la sitcom "How I met your mother"), "I know what I want" cantata dal bassista Petersson, che firma anche la conclusiva "Need your love".

"Dream Police" consacra così per la quarta volta i Cheap Trick fra i costruttori più interessanti di un impianto hard rock anni '80 che i loro eredi spesso non saranno all'altezza di replicare.

- Prog Fox

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