giovedì 8 agosto 2019

Weather Report: "8:30" (1979)

Nell'agosto di quarant'anni fa veniva pubblicato anche "8:30" dei Weather Report, l'avventuroso gruppo fusion americano guidato dal tastierista austriaco Joe Zawinul e dal sassofonista afroamericano Wayne Shorter.
Il doppio album, tre facciate incise dal vivo e una quarta facciata in studio, è uno dei più affascinanti del gruppo, e prende il nome dall'orario di inizio del tour 1978-1979 dal quale sono tratte le parti live.
Con loro in questo disco sono due giganti come il bassista Jaco Pastorius e il batterista Peter Erskine.



Non siamo per le iperboli, ma "8:30" è uno dei più begli album di fusion mai registrati dal vivo. I Weather Report sono una delle grandi fusion band nate dalla svolta elettrica di Miles Davis, anche se il malvagio tastierista austriaco Joseph Zawinul, leader del gruppo, mi picchierebbe con un piano elettrico e ribadirebbe che è lui ad avere influenzato la svolta elettrica di Miles e non il contrario, con le sue composizioni e partecipazioni su "In a silent way" e "Bitches Brew" del trombettista.

"8:30" prende il nome dall'orario a cui iniziavano i concerti del tour mondiale del gruppo tra 1978 e 1979, ma andiamo, è credibile pensare che potessero iniziare puntualmente in Italia? E infatti in Italia non ci sono venuti, con l'unico obiettivo di non dovere cambiare titolo all'album.

Che dire di questo doppio LP? Innanzitutto, a questo punto i Weather Report sono più o meno al top del loro rendimento commerciale, hanno un sound che i puristi definiscono troppo light, troppo soft, troppo muzak insomma, ma il sound piace e poi c'è Jaco Pastorius al basso elettrico, scusate se è poco. Tre facciate su quattro sono incise dal vivo e il gruppo è una potenza, oltre a Joe e Jaco ci sono il sassofonista e fondatore Wayne Shorter e il batterista Peter Erskine e le versioni di "Black Market", "Teen Town" e "A remark you made" fanno venire la pelle d'oca.

Il resto del disco è bello e ben suonato (ovviamente) ma non allo stesso livello, ma non perché sia substandard ma solo per l'assurdità di quei pezzi di cui sopra che lasciano senza parole; comunque abbiamo ancora Jaco che si diverte da solo col basso in "Slang", mentre il terzo lato - con "Birdland", lo standard "Thanks for the Memory" e un medley - è quello meno interessante.

Ma abbiamo detto che i lati dal vivo sono tre, e il quarto? Secondo quanto dicono i Weather Report, dei nastri erano stati cancellati per sbaglio e quindi hanno inciso una quarta facciata in studio ma per me sono cazzate. Comunque di questa parte in studio ci sono due riempitivi, la title track e "The Orphan" (tastierina che fa da sfondo a un coro di ragazzi non particolarmente interessante). Molto bella invece l'inedita "Brown Street", "Sightseeing" chiude il tutto con un po' di virtuosismo, ma compositivamente la troviamo senza infamia e senza lode.

Ah, ci sarebbe da dire che quei cani che hanno riedito l'album l'hanno fatto togliendo "Scarlet Woman", per farlo stare tutto su un solo fottuto cd. Non un pezzo indispensabile forse, ma comunque una indegnità che l'onorevole popolo giapponese non ha accettato, quindi potete ordinare la versione a 2 cd dal Giappone. Oppure recuperare la canzone mancante qui: https://www.youtube.com/watch?v=CFXBYCfBV10

A ogni modo, un disco che non può non essere nella collezione degli amanti dei Weather Report, di Jaco Pastorius, della fusion e in effetti di tutti gli amanti della buona musica.

- Red

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