mercoledì 7 agosto 2019

Behemoth: "Evangelion" (2009)

Il 7 agosto di dieci anni fa usciva "Evangelion", nono album dei BEHEMOTH! metallari estremi polacchi che seguiva il capolavoro assoluto del gruppo, "The Apostasy". Pur non raggiungendo quei picchi creativi, i Behemoth realizzano un altro disco con momenti di assoluto valore.





7 Agosto 2009. I Behemoth pubblicano Evangelion, disco che, a due anni di distanza, segue quel masterpiece assoluto chiamato The Apostasy. Il compito di eguagliare un simile lavoro era arduo, diciamo subito che Evangelion, per quanto possa essere un valido lavoro, resta varie spanne sotto al suo predecessore. 

Stilisticamente, non si segnalano grosse differenze, siamo sempre sulla medesima falsariga: il gruppo propone un death metal apocalittico e variegato, dalle tinte oscure e demoniache, impreziosito da inserti orchestrali che donano alle composizioni quel sinistro mood epico, che mantiene quel black ish che li ha contraddistinti fin dai lontani esordi.

La novità più importante risiede nel nuovo contratto discografico che Nergal e compari sono riusciti a strappare con la Nuclear Blast, potendo finalmente incidere con una major. Contratto più prestigioso significa più budget, e più budget significa più soldi da investire nella produzione dell’album.

E difatti, questa volta il gruppo fa le cose in grande, affidandosi a una crew di ingegneri del suono e producer di tutto rispetto. Le registrazioni vengono affidate (in Polonia) sono affidate ai fratelli Wielawski, mentre per le parti di batteria viene chiamato in causa lo svedese Daniel Bergstrand (già tecnico del suono di Meshuggah, In Flames, fra gli altri), il quale per le registrazioni sperimenta una tecnica avanguardistica, con risultati eccellenti. Per il mixaggio viene ingaggiato il veterano Colin Richardson (esperto del genere), mentre per quanto riguarda il mastering audio provvede un altro veterano, Ted Jensen (in precedenza al lavoro con Talking Heads, Eagles, Billy Joel, Green Day, nella sua lunga carriera).

Il risultato finale dei lavori in studio rasenta la perfezione, suoni potenti e nitidi che valorizzano al meglio l’album, Nergal rinuncia al massiccio uso di filtri vocali utilizzati nei due precedenti album (in particolare su Demigod) che avevano reso il suo growl estremamente “effettato” e gutturale, e torna a sfoderare quel ruggito feroce con tanto di espulsione delle tonsille.

La terrificante (in senso dannatamente positivo, si intende!) opener Daimonos ripercorre gli stilemi della precedente Slaying the Prophet ov Isa, arpeggi sinistri, cori e orchestrazioni classiche, cambi di tempo repentini, alternanza di riff cadenzati e serrati, ritmiche chirurgiche guidate dal fenomenale batterista Inferno, che qui ha raggiunto un livello tecnico esecutivo spaventoso. Nergal ci trascina subito nella sua dimensione diabolica, a metà fra blasfemia e filosofia, valicando antichi culti, rituali satanici, divinità religiose e pagane, episodi storici, attraverso l’antica Roma, Giudea e Mesopotamia. La cover dell’album, tributa il black metal novantiano, e raffigura la grande meretrice di Babillonia. Su livelli eccellenti troviamo anche Alas, Lord is Upon Me e Ov Fire and the Void, scelto come singolo di lancio del disco, il videoclip girato per l’occasione, mette in mostra anche l’inusuale professionalità cinematografica con cui Nergal tiene a curare anche l’aspetto visivo e concettuale. Chiudono l’album gli 8 minuti della maestosa Lucifer, pezzo cadenzato e oscuro che ricrea una austera atmosfera esoterica.

Certo, spesso incorriamo in sensazioni di deja vu, la formula ormai collaudata del gruppo è diventata alquanto prevedibile, e il songwriting non è efficace come in passato, ma ciò non toglie a quanto di buono offre Evangelion, con i citati 4 pezzi su livelli davvero magistrali.

Un anno dopo la pubblicazione dell’album, a Nergal venne diagnosticata una forma di leucemia (fortunatamente sconfitta grazie a un donatore trovato in tempi rapidi), che lo tenne lontano dalla musica per quasi un anno. Da qui la riabilitazione, la ripresa delle attività, le chiacchere riguardanti le sue vicissitudini extramusicali, e un nuovo inizio con il cambio stilistico avvenuto con The Satanist, datato 2014. Evangelion sarà l’ultimo album prettamente death metal del gruppo, andando a chiudere un ciclo durato dieci anni esatti (Satanica uscì il 9 agosto del ’99) senza colpi sparati a vuoto o passi falsi, in cui il gruppo si è guadagnato a pieno merito lo status di leader della scena.

- Supergiovane



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