venerdì 30 agosto 2019

Frank Zappa: "Hot Rats" (1969)

Il 30 agosto di cinquant'anni fa, Frank Zappa completava le registrazioni del suo secondo album solista, che arrivava dopo la pubblicazione dell'ultimo disco con le Mothers of Invention, "Uncle Meat", e lo scioglimento temporaneo del gruppo.



(disco completo qui: https://tinyurl.com/yysnvw2g)



Frank Zappa è un maledetto burlone e lo si vede subito dalla copertina, tutti pensano che sia il suo capellone proto-Caparezza a spuntare dalla piscina vuota in filtro magenta ma invece è una groupie, la famoserrima Christine Frka, fotografata con la tecnica chiamata all'infrarosso, che per un ignorante come il vostro umile recensore non significa nulla. Miss Christine, una delle GTOs, estemporaneo gruppo musicale formato da cinque groupie amiche di Zappa, morirà nel 1972 per una overdose di barbiturici a soli 22 anni e 11 mesi. E a questo punto non si ride più.

Chiusa temporaneamente l'esperienza delle Mothers of Invention e sciolto il gruppo, Zappa decide di incidere un disco rock in cui le sue manie di controllo siano ancora più al centro della scena. Abbandonata per il momento la vasta gamma di stupid songs e canzoni di critica sociale o politica, Frank si concentra su due aspetti: la sua chitarra elettrica e gli arrangiamenti jazz rock, che può rendere estremamente stratificati grazie allo sviluppo ad hoc di uno dei primi registratori multitraccia a sedici piste.

Per ottenere effetti comici in tutto l'album, Zappa registra anche strumenti su nastro alla metà della loro velocità, in modo che quando vengono suonati a velocità normale risultino dal timbro stravolto come se avessero aspirato dell'elio.

Il blues rock di "Willie the Pimp" è l'unico brano cantato, che vede la presenza ingombrante del grande Don van Vliet alias Captain Beefheart, che ulula e ringhia le liriche di Frank in una notevole apparizione.

Assieme a "Son of Mr. Green Genes" (elaborazione particolarmente riuscita del tema di "Mr. Green Genes", canzone del precedente album "Uncle Meat") e "The Gumbo Variations", i tre pezzi diventano lunghe, magnifiche praterie su cui alternare i propri assoli di chitarra portentosi ad elaborate sovraincisioni di tastiere, piano, sax, clarino e flauto (tutti suonati da Ian Underwood, l'unico superstite dalle Mothers of Invention assieme al chitarrista ritmico Lowell George) o agli assoli di violino di Don Harris. "It must be a camel" conclude l'album con il violino jazz di Jean-Luc Ponty in primo piano, che anticipa la loro prossima collaborazione su "King Kong", disco del musicista francese che verrà registrato nell'ottobre dello stesso anno.

Il capolavoro del disco rimane però "Peaches en Regalia", il brano di apertura e uno dei pezzi più memorabili della carriera solista di Frank, uno dei pochi che ancora si sente regolarmente nelle radio rock di tutto l'Occidente: una fantasia di fiati e tastiere scatenate, sovraincise all'infinito da Underwood, alternando melodie indimenticabili, comiche e tragiche, ridicole e maestose, tutto nello spazio di poco meno di quattro minuti.

Sebbene il disco sia fondamentale per il futuro della carriera di Zappa, l'album è più per iniziati di Frank o per amanti delle jam band, del jazz rock e del virtuosismo fine a se stesso che non per l'ascolatore rock standard. Certamente se siete metallari shredder infoiati con Vai o Satriani o prog metaller che vogliono conoscere Frank, o anche amanti del prog anni 70 o delle jam infinite di Grateful Dead e Allman Brothers, questo può essere uno dei migliori punti da cui cominciare a conoscerlo. Altrimenti, forse è meglio partire dal successivo "Chunga's Revenge". Basta aspettare un anno.

- Prog Fox

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