mercoledì 3 luglio 2019

Florence + the Machine: "Lungs" (2009)



E' difficile parlare di "Florence + the Machine" senza parlare in primo luogo di un aspetto che parrebbe strettamente tecnico, ovverosia la voce di miss Florence Leontine Mary Welch.




Non si fraintenda, non si è qui esegeti del bel canto, poco ce ne è sempre importato della patina e della pura forma. 
Ma è clamoroso notare come fin dalle prime note della sfacciata e irresistibile "Dogs Days Are Over" (opener di "Lungs", esordio del 2009 della combo londinese) si capisca come Florence giochi una partita a sé e si collochi su un altro pianeta espressivo rispetto ad ogni celebrata collega.
Sorprende la sostanziale naturalezza con la quale Florence riesce ad imporsi, per volume e pienezza, su un tessuto orchestrale a sua volta ricco e rumoroso, ma che si trova ad essere vissuto come (ottimo, certo) supporto e complemento della sua espressività vocale,
che resta baricentrica in ogni brano.

"Florence + the Machine" (ovverosia Florence, la sua schiva amica Isabella "Machine" Summers, il chitarrista Robert Ackroyd e l'arpista Tom Monger) producono un disco che si colloca stilisticamente in un riuscitissimo crocevia tra pop orchestrale, elettronica con venatura soul e rock epico.
Tutti gli ingranaggi girano a mille: si è già detto della melodrammacità della voce di Florence, ma tutto l'insieme funziona. La parte ritmica e melodica è assolutamente trascinante (si ascolti l'energica "Kiss with a Fist") e il drumming memorabile ("Rabbit Heart", "Girl With One Eye", "Drumming Song").

"Lungs" è ovviamente un disco di esordio nel senso proprio del termine: benchè le direttrici siano ben chiare e la materia prima ottima, si capisce anche che ci sono notevoli margini di miglioramento ed in questo senso il successivo "Cerimonials" sarà ancora più premiante in termini di qualità dei pezzi.
Ma già nella struggente, meravigliosa "Cosmic Love" - forse il pezzo cardine del disco - si può completamente godere della fenomenale voce di Florence, nel pieno
della propria forza espressiva.

Impressionano davvero le potenzialità: anche in una canzone tutto sommato semplice come "My Boy Builds Coffins" Florence riesce ad percorrere diversi registri, passando da un cantato quasi dimesso alle consuete epiche vertigini corali.
Con pezzi come "Blinding" siamo poi emotivamente dalle zone dell'animo che stanno esplorando nel medesimo periodo - con diverse caratteristiche - Bat
For Lashes o Joan As A Policewoman; ma è difficile fare paragoni sia nella contemporaneità che nel passato, data la sostanziale unicità della ragazza di Londra.

La chiusura è affidata al brano più carismatico e smaccatamente pop del disco: "You've Got The Love" è puro ossigeno soul, un delitto perfetto per lasciare un marchio ancora più indelebile nel cuore e nella testa dell'ascoltatore, già completamente rapito dall'incantesimo di questa voce dai capelli rossi; voce che viene da lontano, voce che stringe forte e avvicina.

- il Compagno Folagra

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