mercoledì 24 luglio 2019

Christopher Cross: "Christopher Cross" (1979)

Nel luglio di quarant'anni fa veniva inciso "Christopher Cross", album di debutto dell'omonimo cantautore e chitarrista texano Christopher Cross, alias Christopher Charles Geppert da San Antonio. Il disco verrà pubblicato a dicembre dello stesso anno.
Buon chitarrista oltre che eccellente cantante, Cross si inserisce nel filone del soft rock americano di ispirazione californiana, realizzandone l'ultimo grande successo degli anni settanta - e uno degli ultimi grandi successi in assoluto. Nel 1981 vincerà quattro Grammy per questo album.


(disco completo qui: https://www.youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_mAmb-9kDUBKm3aiAUHnHPfBSGIWPAtGDc)



Christopher Cross, vero nome Christopher Charles, Geppert nasce il 3 maggio del 1951 a San Antonio, in Texas (queste cose mi ha costretto il direttore a scriverle, ha un complesso dell'anagrafe peggio di Giuseppe Fazio), e si fa strada come cantante-chitarrista nella scena texana, riuscendo a convincere una major come la Warner a metterlo sotto contratto.

Cross ha un set di canzoni tutte di suo pugno pronte, il meglio del proprio repertorio soft rock. Per collocarsi appieno all'interno di questo disprezzato ma redditizio filone commerciale, Cross si affida al produttore Michael Omartian e a una squadra di musicisti che arrivano tutti dal medesimo ambiente musicale: Steely Dan, Toto, Doobie Brothers, Eagles et similia, che conferiscono al tutto una patina MOR che va alla grande in quegli anni, fra sfumature jazz e assoli precisi e gustosi di axemen come Larry Carlton, Jay Graydon ed Eric Johnson (anche se neppure Cross se la cava male quando sfodera un assolo).

Di suo Cross porta pezzi orecchiabilissimi e brillanti e una voce fuori dal comune, che unita alla patinata professionalità dell'ampio roster di sessionmen regala momenti memorabili: dalla romantica, strappamutande "Sailing", supersuccesso del disco, alla "Ride like the wind" che sembra un pezzo dei Doobie Brothers e infatti ci canta Michael McDonald, da "Poor Shirley", la canzone che preferiamo, con una prova vocale maiuscola, a "Say you'll be mine" con Nicolette Larson, in quegli anni la protetta di Neil Young. Si tratta di yacht rock al suo meglio (a tal proposito consigliamo una bizzarra web-serie comica che rappresenta la scena soft rock americana di quegli anni e che si può recuperare anche se non amate questo genere di musica -->https://tinyurl.com/y2kp9wgh). Per quanto furbo e commerciale, si trattava di un tempo in cui anche per fare musica commerciale servivano professionalità e talento.

Che aggiungere a questa recensione? Christopher Cross non riuscì mai a replicare il successo del disco, cosa davvero difficile in effetti. Se vi piace lo yacht rock sarà difficile trovare di meglio, dopo questo album il genere tirò gli ultimi colpi con "Gaucho" degli Steely Dan (1980), "Toto IV" dei Toto (il disco di "Africa", 1982) e infine "The Nightfly" di Donald Fagen (1982) .

Ma queste sono altre storie.

- Red


Nessun commento:

Posta un commento

ARTISTI IN ORDINE ALFABETICO:   #  --  A  --  B  --  C  --  D  --  E  --  F  --  G  --  H  --  I  --  J  --  K  --  L  --  M  --  N  --  ...