giovedì 13 giugno 2019

Mr. Bungle: "California" (1999)

Il 13 giugno di vent'anni fa usciva "California", ultimo album dei Mr. Bungle. Il gruppo guidato da Mike Patton incide un lavoro eclettico e affascinante che chiude con brillantezza una grande carriera da gruppo di culto.




(il disco completo si può trovare qui:https://www.youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_k_Omwj0chalGNZW4HjQWRe1Q3DZaAn99Y)




L'ultimo disco dei Mr. Bungle è famoso più per la faida che seguì con i Red Hot Chili Peppers che non per i suoi meriti musicali, e questo è un peccato perché si tratta di un eccellente album. Ma vediamo con ordine cosa è successo prima di infilarci nell'ascolto del disco stesso.

I Red Hot Chili Peppers e i Mr. Bungle si trovano a coabitare nella stessa casa discografica. I Red Hot stanno per pubblicare il loro disco di reunion con il chitarrista John Frusciante, dopo un periodo deludente con Dave Navarro e il male accolto "One hot minute". L'album si chiama "Californication" e deve uscire l'8 giugno. Lo stesso giorno, la stessa etichetta ha programmato anche la pubblicazione di "California", nuovo disco dei Mr. Bungle di Mike Patton. Per evitare confusione tra "Californication" e "California", tenuto conto che si tratta in entrambi i casi del prodotto di personalità provenienti dal circuito del rap metal/funk metal (Patton è stato per anni cantante dei Faith No More), si decide di spostare la pubblicazione di "California" dall'8 al 13. Dopotutto i Mr. Bungle sono un gruppo di culto mentre i Red Hot sono uno dei gruppi di maggiore successo degli anni novanta. E infatti venderanno ancora di più con "California".

Quando i Mr. Bungle iniziano a girare l'Europa nel circuito dei festival estivi, scoprono che diverse loro apparizioni vengono cancellate, e casualmente sono quelle in cui compaiono anche i Red Hot. L'ipotesi di Patton e soci è che siano i Red Hot, gruppo di punta in molte date, a volerli fuori dai piedi. In particolare, Anthony Kiedis, che già aveva polemizzato nel 1990 con Patton, accusandolo di avergli copiato lo stile musicale e persino le mosse al tempo del videoclip di "Epic".

I Red Hot e in particolare Kiedis negano decisamente di avere fatto qualcosa del genere; fatto sta che i Mr. Bungle non la prendono bene e a Halloween del 1999 aprono il loro concerto vestiti da Red Hot, si presentano come i Red Hot, e suonano diverse canzoni dei Red Hot, culminando il tutto con un siparietto di gusto piuttosto discutibile in cui mettono in scena la morte di Hillel Slovak, chitarrista dei Red Hot deceduto un decennio prima per overdose di eroina.

A quel punto sì che i Red Hot fanno di tutto per escludere i Mr. Bungle da qualunque posto si trovino a passare insieme.

Ora, raccontata questa storia edificante, da cui nessuno esce particolarmente bene, possiamo concentrarci sulla musica.

Abbiamo citato Mike Patton - che come è noto è uno straordinario cantante - ma il gruppo è un bel quintetto democratico: con lui ci sono il chitarrista Trey Spruance, il bassista Trevor Dunn, il tastierista-fiatista Clinton McKinnon e il batterista Danny Heifetz. È un gruppo di musicisti coi fiocchi, che contribuiscono tutti con canzoni e idee al successo del disco. E le idee sono fra le più disparate - le basi delle canzoni sono spesso convenzionali, ciò che invece non è convenzionale è il livello di decontestualizzazione e destrutturazione sonora di ogni idea e l'alternarsi inconsequenziale di melodie, arrangiamenti e atmosfere, già a partire da "Sweet Charity" che apre il disco fra bizzarrie pop, reminiscenze dei Beach Boys, crooning, Burt Bacharach e un fondo disturbante di inquietudine da anni Novanta.

"None of them knew they were robots" mescola Faith No More, Morphine, Dick Dale e gypsy jazz con una schizofrenia degna di John Zorn. "Retrovertigo" è la ballata di successo (se così si può chiamare - e ci riferiamo sia a ballata sia a successo), un pezzo commovente e delizioso che conserva il fondo instabile tipico dei Mr. Bungle e di questo disco.

Potremmo continuare ad elencare la lussureggiante serra di idee dalla quale il gruppo pesca in modo sempre sorprendente anche per i pezzi successivi, ognuno dei quali ha qualcosa da regalare all'ascoltatore, ma ci limitiamo in particolare a ricordare il migliore forse fra essi, "Ars Moriendi", senza nulla togliere al valore degli altri brani.

Si chiude infine con l'ennesima perla, una "Goodbye sober day" che pone termine alla raggiante avventura musicale dei Mr. Bungle e alla fenomenale opera che è "California". Eredi di Zappa, Zorn e Beefheart cresciuti come figli del grunge e del rap metal, i Mr. Bungle rappresentano una delle summe migliori di cinquant'anni di rock e pop della West Coast e pongono con questo disco il loro sugello definitivo, la loro reinterpretazione dinamica e riassuntiva di tutto ciò che la California è stata musicalmente, invitandoci a uno sguardo indietro prima di entrare nel Duemila.

- Prog Fox

Nessun commento:

Posta un commento

ARTISTI IN ORDINE ALFABETICO:   #  --  A  --  B  --  C  --  D  --  E  --  F  --  G  --  H  --  I  --  J  --  K  --  L  --  M  --  N  --  ...