sabato 22 giugno 2019

Limp Bizkit: "Significant Other" (1999)



(trovate l'album qui: https://www.youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_nNSA62n8F7rKnJpObHErjzMmm1DZO9Wnw)




Avevamo lasciato i Limp Bizkit esattamente due anni addietro in occasione del loro esordio "Three Dollar Bill Y’All" lodandone la freschezza del sound capace di far convivere due generi quasi diametralmente opposti. 

Oggi, torniamo a spendere qualche riga per il gruppo capitanato da Fred Durst, invero "Significant Other" è stato pubblicato il 22 giugno del ’99. Beh, già al secondo lavoro il gruppo riuscì a dividere fan e critica, per molti "Significant Other" fu il pomo della discordia. Vedete, l’album non segnò una vera e propria rottura verso le sonorità precedenti, ma mise in atto programmaticamente un’operazione paraculaggine, la ruvidezza che contraddistingueva "Three Dollar Bill Y’All" venne in buona parte smussata, e venne tarpata la rabbia e l’irruenza di cui giovava.

"Significant Other" è un album di rap metal ben confezionato e ottimamente prodotto (da Terry Date) studiato a tavolino per esplodere nelle hit parade mondiali, e così avvenne, perdendo probabilmente molti dei fan più intransigenti, ma guadagnandone milioni in più appartenenti alla 'MTV Generation'. E fu lanciato proprio nel periodo storico “giusto”. Solo nelle prime due settimane dalla pubblicazione andò vicinissimo al vendere un milione di copie, e nel corso del tempo il conteggio superò i quindici milioni di unità. Tutto sommato, di fronte a questi numeri, al buon Durst di tutto dell’odio e disprezzo che attirò da parte dei metallari pensiamo non glie ne sia mai fregato granché.

"Nookie" fu il primo singolo di successo planetario del gruppo, tutt’oggi il pezzo più conosciuto del gruppo (ma anche i singoli del successivo "Chocolate Starfish and the Hot Dog Flavored Water" non scherzano), ed è piuttosto esemplificativo del trademark della band: flessione crossover, cantato rappato, riff elementari dal forte groove, tutto facilmente assimilabile dal primo ascolto. Tutta la tripletta posta in apertura, a cui si aggiungono l’altro singolo d’oro "Break Stuff" (dal pluripremiato video) e "Just Like This" si muovono esattamente su queste coordinate. A essere degna di interesse la pseudo-ballad rap‘n’blues "Re-Arranged" (come sempre, molto prezioso l’apporto di DJ Lethal alla consolle), dal curioso “montaggio”.

Intorno a metà album troviamo due pezzi sicuramente validi, prima "Don’t Go Off Wandering" che sposta il sound del gruppo su territori alternative e post grunge, con Durst finalmente impegnato a seguire linee vocali differenti da quelle di solito adottate, e poi "9 Teen 90 Nine", che se non altro recupera lo spirito esuberante degli esordi. Così come "Trust", altra composizione che sembra estrapolata da "Three Dollar".

"Nobody Like You" vede la partecipazione di Scott Weiland e di Jonathan Davis dei Korn, ed è proprio a questo gruppo che per questo pezzo i Limp Bizkit si ispirano maggiormente, ovviamente annacquando quel morboso mood con il loro crossover all’acqua di rose. Comunque sia, non molto tempo gli stessi Korn intrapresero una virata stilistica proprio verso sonorità come queste.

Non mancano nemmeno canzoni puramente hip hop, è il caso di "N 2 Gether Now", stavolta è Method Man ad apparire come ospite.

Nel complesso, siamo certamente al cospetto di un album ruffiano e paraculo, ma sfaccettato e di immediato impatto. Dato che in fin dei conti non è che queste sonorità ci facciano proprio schifo, il ventennale ci pare una buona ricorrenza per ricordarlo.

- Supergiovane

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