lunedì 17 giugno 2019

Arzachel: "Arzachel" (1969)



(il disco completo si può trovare qui:https://www.youtube.com/playlist?list=PLYDVhGYo7GKBa5NumcZeWEiqEvY8ZNw-L)




"Arzachel", unico disco eponimo degli Arzachel, è in effetti l'album di un gruppo già sciolto. Nel 1967, infatti, quattro ragazzi della City of London School avevano fondato gli Uriel, che come Arzachel è il nome di un angelo biblico. Dopo l'abbandono del chitarrista-cantante Steve Hillage l'anno successivo, i tre membri supersiti, il bassista-cantante Mont Campbell, il tastierista Dave Stewart (NON quello degli Eurythmics) e il batterista Clive Brooks, furono costretti a cambiare nome dal loro manager, perché troppo simile a 'urinal'.

Ma il terzetto non cambiò nome in Arzachel bensì in Egg. E allora da dove saltano fuori gli Arzachel?

Nel 1969, una piccola casa discografica propose agli Egg di incidere per loro un album con il materiale precedente, per cui gli Egg richiamarono Hillage e, dato che avevano già un contratto con la Decca, per la quale stavano preparando il loro disco d'esordio, si firmarono con degli pseudonimi e scelsero un altro nome angelico che non li facesse individuare immediatamente. Ed ecco così nascere "Arzachel" degli Arzachel!

I quattro, che avrebbero giocato un ruolo di primo piano nella cosiddetta Scena di Canterbury (con Hillage che era il legame del gruppo con quella città e il suo gruppo di musicisti), danno alle stampe un disco di rock al confine fra psichedelia e progressive, un chiaro prodotto di quell'epoca di transizione che attendeva di essere sublimata dall'esordio dei King Crimson più tardi in quello stesso anno.

Il disco contiene due cover, due jam psichedeliche e due canzoni originali.

La canzone d'apertura "Garden of Earthly Delight" viene arrangiata dal bassista Campbell su un lavoro postumo del compositore teatrale Martin Shaw, basato a sua volta sul lavoro del compositore seicentesco Philip Rosseter. Si tratta di un duetto vocale fra Campbell e Hillage punteggiato dallo splendido organo di Stewart e forse il momento migliore del disco.

"Azathoth", firmata da Campbell e Stewart e ispirata al supremo grande antico dell'opera di Lovecraft, è pop barocco dal tono solenne, che potrebbe ricordare i Procol Harum se non fosse squarciato dal lancinante, caotico organo di Stewart, che qui simula la follia primoridale che Azathoth stesso incarna nel mythos lovecraftiano.

"Queen St. Gang" è la cover di una sigla televisiva di Keith Mansfield, arrangiata ancora una volta in stile rock baroque, con l'organo di Stewart in primo piano.

"Leg", composta da Hillage, è un blues rock ultradistorto che mette in primo piano la sua chitarra non-convenzionale, così come "Clean Innocent Fun", che si apre con un violento blues hendrixiano a opera di Hillage e che poi si tramuta in dieci minuti di jam sconfinata di tutto il quartetto.

A chiudere, una seconda jam, "Metempsychosis", che ci tedia per diciassette minuti e che sarebbe stato decisamente meglio scorciare.

Ma dopotutto, "Arzachel" era solo un divertimento realizzato da quattro amici senza alcun obiettivo particolare se non quello di suonare insieme e approfittare dell'opportunità per farsi le ossa in uno studio di registrazione.

Considerato quanto buono sia il livello dei musicisti e quanto interessante la musica, per un progetto così estemporaneo il risultato è complessivamente ben oltre le aspettative. Nonostante il suo valore, però, resta un'opera assolutamente di nicchia, adatta solo a freak psichedelici o completisti del prog inglese.

- Prog Fox

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