venerdì 28 giugno 2019

Afterhours: "Non è per sempre" (1999)

Nel giugno di vent'anni fa (giorno più, giorno meno...) usciva "Non è per sempre" degli Afterhours, disco che aveva l'ingrato onere di seguire al grande successo di pubblico e critica di "Hai paura del buio". Riuscì il gruppo milanese a confermarsi come testa di ponte del noise e della musica indipendente italiana? La nostra risposta è nì, anche se più sì che no.




(il disco completo si può sentire qui:https://www.youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_kHubOKPjh2TuWUbjeBj91Kkqkr21oyml0)




Dopo il successo artistico di "Hai paura del buio", gliAfterhours si trovano nella classica situazione di difficoltà del gruppo che deve replicare vendite e allori. A Manuel Agnelli (voce, chitarre, tastiere), Xabier Iriondo (chitarre) e Giorgio Prette (batteria) si sono intanto uniti Dario Ciffo (violino) e Andrea Viti (basso), per dare più corpo alle esibizioni dal vivo.

"Non è per sempre", piaccia o meno, è il disco della svolta pop del gruppo milanese. Una svolta quasi obbligata dalla penetrazione nelle classifiche e nelle radio. Si nota una nuova pulizia nei suoni, che si poteva quasi anticipare in certi brani del disco precedente, c'è più immediatezza, le distorsioni sono sotto controllo; ma il risultato non è certo banale. "Non è per sempre" e "Bianca" sono i pezzi immediati, ma non sono pezzi da consumo: il primo è intriso di una clamorosa, benevola ironia, mentre il secondo è una grande canzone di amore o amicizia, carica di speranza e incoraggiamento. Afterhours dunque che cambiano anche rotta psicologicamente, abbandonando il nero assoluto o quasi del 'buio' che dominava il precedente album - e le due canzoni anche a livello di titolo sembrano volere sottolineare tale percorso.

Tra i brani noise pop, sicuramente spiccano la demolizione controllata di "La verità che ricordavo" o la spiraleggiante architettura della conclusiva "Cose semplici e banali". Senza contare "l'estate", la cui costruzione sonora rumoristica è davvero da applausi, e simula appunto i suoni di un caldo pomeriggio estivo catapultandoci in una atmosfera davvero disturbata.

A patire un po' sono invece i pezzi che vorrebbero essere sognanti, meditabondi, psichedelici, come "Oppio", o i mid-tempo dal sapore elettronico come "Milano Circonvallazione Esterna". Si tratta comunque di esperimenti che gettano semi che daranno frutti più avanti, sul successivo "Quello che non c'è" (2002), la cui più attendibile anticipazione è "Oceano di Gomma".

Lasciano maggiormente perplessi canzoni come "Baby fiducia", un tentativo in salsa brit-pop che non pare proprio nelle corde di Agnelli e soci, o "l'inutilità della puntualità".

Che dire quindi di "Non è per sempre"? Chiaramente non è "Hai paura del buio parte 2", e per fortuna. Sebbene non una delle prove più significative del complesso, il disco ne consolida lo status e ne conferma la reputazione di band fra le più interessanti di quella zona al confine fra mainstream e underground che li ha resi meritoriamente un gruppo di culto per molti anni.

Di quello che è avvenuto vent'anni dopo, non ci interessa parlare in questa sede.

- Prog Fox



Nessun commento:

Posta un commento

ARTISTI IN ORDINE ALFABETICO:   #  --  A  --  B  --  C  --  D  --  E  --  F  --  G  --  H  --  I  --  J  --  K  --  L  --  M  --  N  --  ...