domenica 19 maggio 2019

Rino Gaetano: "Resta vile maschio, dove vai?" (1979)

Nel maggio di quarant'anni fa veniva pubblicato anche "Resta vile maschio, dove vai?", quinto LP del cantautore crotonese Rino Gaetano. Generalmente considerato il disco più debole della sua produzione, contiene alcune perle come la title track, la sottile satira politica di "Nel letto di Lucia", l'intensa "Io scriverò" e "Anche questo è Sud", una delle tante dichiarazioni d'amore per la sua terra d'origine.
(disco completo disponibile qui: https://www.youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_la5VV0Tncv-fH4_aJ433FuPN2ONBOZpBM)



"Resta vile maschio, dove vai?", disco di Rino Gaetano del 1979 e suo quinto LP, è generalmente considerato il punto più basso della discografia del cantautore crotonese. A riguardo, critici e pubblico citarono tutta una serie di prove: intanto, il testo del brano che apre il disco e gli da il titolo è stato scritto assieme a Mogol (mentre si legge in giro che il pezzo tutto sarebbe stato scritto 'da Mogol', come a indicare che Gaetano privo di ispirazione si sia fatto scrivere un pezzo da un altro, citando il fatto che si tratterebbe di un unicuum nella discografia di Rino - cosa peraltro non vera). Secondariamente, l'iperattività di Rino nei due anni successivi, precedenti la sua sciagurata morte, testimonierebbe di un artista insoddisfatto e desideroso di nuove sfide artistiche.

Può darsi che ognuna di queste cose sia vera, ma resta il fatto che il disco non è affatto deprecabile, e si colloca invece in maniera abbastanza naturale nello sviluppo artistico e personale del cantautore, sebbene emerga una lieve stanchezza - che già si sentiva in "Nuntereggaepiù", d'altro canto. Rino Gaetano, comunque, non aveva certo l'ambizione di essere un folletto scanzonato (nemmeno quando i più pensavano che lo fosse, vedi l'apparizione a Sanremo con "Gianna" nel 1978), ma di usare la leggerezza e l'ironia per fare discorsi pesanti come pietre, pesanti quanto i rimandi continui a politica e drammi dell'Italia degli anni di piombo.

"Resta vile maschio, dove vai?" viene inciso a Città del Messico con un gruppo di musicisti messicani coordinati dal tastierista Alessandro Centofanti, noto per le collaborazioni con Lucio Dalla. Suoni latinoamericani emergono così in alcune delle canzoni, come l'umoristica, riuscita "Ahi Maria" (forse appena troppo lunga), che ebbe un certo successo come singolo e che ha più di una qualche affinità con l'opera di Renzo Arbore: ma l'album non è basato interamente su questo tipo di sonorità (come si legge troppo spesso da chi, ancora una volta, non ha mai sentito bene il disco, o lo ha sentito solo con evidenti pregiudizi).

La verità è che nell'album emergono alcuni nuovi classici di Rino: l'ennesima dichiarazione di intenti artistica nell'intensa "Io scriverò"; un'altra lettera d'amore al sud in "Anche questo è Sud", nelle cui atmosfere ci si immagina facilmente in vespa o in macchina coi finestrini aperti mentre si viaggia lungo il mare della Calabria o in qualche altra spiaggia dell'estate italiana; l'amara "Nel letto di Lucia" è la canzone politica, nella tradizione dei riferimenti obliqui mossi da Gaetano al jet set dell'Italia democristiana, fra 'colonnelli ed usurai', 'tre ministri scaldapoltrone', 'sanfedisti', che fanno intendere come Lucia sia ben più che una semplice entraîneuse. A tal proposito, in molti hanno cercato di individuare i personaggi citati, ipotizzando persino che "Lucia" sarebbe nientemeno che "La CIA"; o che 'falsifichi assegni cambiando grafia' si riferisca alla recentissima vicenda degli 'assegni del presidente', titolo del numero di OP del 6 febbraio 1979, immediatamente ritirato, in cui il giornalista Mino Pecorelli accusava esplicitamente Giulio Andreotti di corruzione; e notiamo anche che Pecorelli fu ucciso il 20 marzo, proprio durante le registrazioni dell'album. (Per chi ha ulteriori curiosità in proposito, consigliamo questa lettura: https://www.wired.it/attualita/politica/2019/03/20/mino-pecorelli-omicidio-40-anni-verita-inchiesta/)

Ma soprattutto, checché se ne dica, resta superba anche la collaborazione con Mogol, con la sua atmosfera sognante, la sua splendida coda di sax e il suo messaggio ironico un po' sospeso, che ci lascia il dubbio se i due autori abbiano voluto lanciare un messaggio anti-machista in piena era della commedia erotica del disimpegno oppure mettere alla berlina la vigliaccheria di un maschio italico indolente che vorrebbe in fondo campare sulla propria donna ("fatti dare però la liquidazione") e finisce per non riuscire a scendere a patti con la forza vitale e la sessualità di lei.

È vero che a togliere un po' di forza all'album sono momenti senza infamia e senza lode come "Grazie a Dio, grazie a te", "Ma se c'è Dio" (un reggae un po' scontato) e "Su e giù"; e forse la mancanza di un brano esplosivo come "Nuntereggaepiù" o "Gianna" a fare da traino è il motivo principale della mancanza di apprezzamento per un disco come si è detto certamente onesto e in cui non mancano i consueti momenti elevati.

Vero pure che Rino Gaetano avrebbe passato i due anni successivi a impegnarsi nella ricerca di nuovi orizzonti artistici, anche se questo a parere di chi scrive testimonia soprattutto il fatto che la sua ispirazione fosse tutt'altro che spenta. Rino infatti inciderà un altro album, il conclusivo, disilluso "E io ci sto" nel 1980, anno in cui canta anche in due brani del concept album dei Perigeo "Alice", e poi nel 1981 andrà in tour proprio con i Perigeo e con Riccardo Cocciante, coi quali realizza anche un EP, "Q Concert" (regalandoci una meravigliosa interpretazione di "A mano a mano", che tutti dimenticano sia stata scritta da Cocciante, per tornare al discorso di Mogol fatto sopra). Poche settimane dopo, scomparirà tragicamente per i traumi riportati in un incidente stradale a Roma il 2 giugno 1981.

- Prog Fox

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