(album completo qui: https://www.youtube.com/
La fine dei Cream lascia il cantante-bassista del gruppo Jack Bruce libero di fare quello che vuole: cercarsi una nuova band? Oppure iniziare una carriera solista? La scelta dello scozzese è infine la seconda: incide infatti non uno ma due album, ma poi decide di pubblicare per il momento solo il secondo, questo "Songs for a Tailor" che rappresenta il suo massimo successo commerciale da solista. E questo per un motivo molto semplice: è il primo disco da lui pubblicato dopo i Cream, e quindi l'unico e ultimo nel quale può sfruttare la scia di quel supergruppo per vendere; ma la sua musica entra in territori troppo ostili da subito al grande pubblico per potergli permettere una strada che non sia quella dell'artista di culto.
Non che l'ostilità di Jack Bruce al pubblico sia di quelle radicali: il disco, così come gran parte della sua produzione successiva, rimarrà ampiamente nel solco di un rock intelligente che non rinuncia per scelta al bello, al sublime, alla melodia.
Come spesso nella produzione di Bruce, l'album vede la collaborazione ai testi di Pete Brown, poeta che prestava liriche anche a molti dei pezzi dei Cream. La delicata e dolente "Theme from an imaginary western", la seconda traccia dell'album, è una delle più belle composizioni della sua carriera, con un testo fantastico che paragona le rissose band in cui militava Bruce (la Graham Bond Organization prima, i Cream poi) a una gang di litigiosi fuorilegge del vecchio West: ne faranno una splendida versione i Mountain, la futura band di Felix Pappalardi, amico e produttore dei Cream che su "Songs for a Tailor" compare qui e lì ai cori e alla chitarra acustica.
Il gruppo base dell'album è però costituito solo da tre musicisti: Bruce canta, suona basso, violoncello, contrabbasso, pianoforte e organo hammond, Jon Hiseman (dei Colosseum) suona la batteria, Chris Spedding suona la chitarra solista; in alcune tracce compare anche una sezione fiati che colora di jazz e r&b il rock di Bruce (la divertente "Never tell your mother she's out of tune" che apre l'album con George Harrison alla chitarra elettrica, "The Ministry of Bag" ma soprattutto la breve "Boston Ball Game 1967").
Con musicisti così dotati, Bruce avrebbe forse potuto lasciare loro la briglia sciolta e cavalcarne il virtuosismo, ma evidentemente dopo anni passati a lottare con i problemi di personalità con Clapton e Baker nei Cream il ragazzo scozzese decide di incidere brani brevi e di stringere il suono fortemente nelle sue mani e in quelle del suo basso, tenuto esageratamente alto e sporco nel missaggio - idea che piacerà a molti bassisti-leader a partire da Lemmy dei Motorhead.
Le molteplici influenze di Bruce (r&b, jazz, folk, classica) si esprimono in pezzi come "Weird of Hermiston", con le sue giustapposizioni clamorose per una canzone da due minuti e rotti che anticipano il superamento della dicotomia fra art rock 'alla Traffic/Family/Jethro Tull' e art rock 'alla Procol Harum/Moody Blues', nella chiave di risoluzione di un rock muscolare e melodico.
Analogamente avviene nel bel finale "The Clearout", tra r&b, hard rock e prog, e in "To Isengard", divisa fra un duetto folk di Bruce e Pappalardi per voci e chitarra acustica e un finale hard rock. Altri brani notevoli sono "Rope ladder to the moon", con il violoncello in prima fila e John Marshall dei Nucleus alla batteria, e la decisa, potente "Ticket to Water Falls".
"Songs for a Tailor" fu dedicato da Jack Bruce alla sua ex Jeannie Franklyn, stilista e costumista di varie rock band fra cui i Cream, deceduta il 12 maggio del 1969 in un incidente stradale che uccise anche Martin Lamble, batterista dei Fairport Convention (all'epoca Jeannie frequentava Richard Thompson, chitarrista del gruppo).
Il disco, davvero interessante e ben costruito, avrebbe avuto un seguito ancora migliore nel capolavoro solista del bassista scozzese, il successivo "Harmony Row" del 1971.
- Prog Fox
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