mercoledì 1 maggio 2019

Ivan Graziani: "Agnese dolce Agnese" (1979)

Nel maggio di quarant'anni fa il disco "Agnese dolce Agnese" di Ivan Graziani raggiunge il suo massimo di vendite. Era stato pubblicato poche settimane prima, continuando la parabola geniale di un cantautore fuori dal comune.



(disco completo disponibile qui: https://tinyurl.com/y3fle7rh)

Se "I lupi" (1977) era il primo grande disco di Ivan Graziani, quello della raggiunta maturità, quello che conteneva "Lugano addio", e se "Pigro" (1978) era il capolavoro della sua carriera, il disco in cui lo stile musicale di Ivan giungeva alla compiuta maturazione e alla definitiva affermazione artistica, "Agnese dolce Agnese" (1979) è il disco della conferma di questo periodo illuminato.

Il cantautore teramano si ribadisce in pieno controllo della chitarra e delle parole in un compenetrarsi perfetto fra gli arrangiamenti brillanti, la produzione impeccabile e i testi graffianti, anti-retorici, dai quali emergono l'umanità e l'ironia dell'autore e delle sue raffigurazioni di una Italia di campagna ("Taglia la testa al gallo") e di periferia ("Il piede di San Raffaele"), fatta di personaggi loschi ("Doctor Jekyll e mister Hyde"), poveracci divorati dalla fame ("Fame", raffigurata meravigliosamente nella copertina del disco a cura di Tanino Liberatore; "Veleno all'autogrill"), reduci del '77 ("Modena Park"), vecchi partigiani ("Fuoco sulla collina") e improbabili eroi di paese ("Il prete di Anghiari").

Musicalmente emergono tutte le passioni di Graziani: la chitarra rock'n'roll di "Doctor Jeckyll e mister Hyde", una visionaria e personalissima interpretazione della canzone di protesta nella meditabonda "Fuoco sulla collina", il power pop di "Fame" e "Veleno all'autogrill", con le sue sequenze di accordi quasi progressive e la sezione ritmica perfetta (vi si alternano i batteristi Gilberto 'Attila' Rossi e Walter Calloni, e i bassisti Bob Callero e Beppe Pippi).

In tutto questo mondo fatto di coraggio, squallore, o entrambe le cose mescolate in un incrocio di luci e ombre, in una caravaggesca capacità di far emergere il lirismo dal quotidiano e persino dal volgare, spicca il romanticismo intenso di "Agnese", capolavoro nel capolavoro ispirato al celeberrimo Rondò di Muzio Clementi (che aveva già funto da ispirazione per la "A groovy kind of love" dei Mindbenders).

Uno dei migliori dischi di uno dei più importanti e originali personaggi della musica d'autore italiana.

- Prog Fox

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