lunedì 29 aprile 2019

Charlie Haden: "Liberation Music Orchestra" (1969)



Il contrabbassista Charlie Haden, classe 1937, nato e cresciuto nello Iowa, aveva iniziato cantando folk e country nel gruppo di famiglia prima di interessarsi al jazz a partire dai 14 anni, dopo essersi ammalato di poliomelite. Divenuto professionista nel 1957, aveva suonato in dischi fondamentali del free jazz come "The shape of jazz to come" di Ornette Coleman, prima di mettersi in proprio per la registrazione del primo disco a suo nome, "Liberation Music Orchestra", nel 1969.

Straordinario incrocio fra la tradizione folk impegnata di Pete Seeger e il free jazz, il disco viene concepito da Charlie Haden con la pianista Carla Bley come tributo alla guerra civile spagnola, tra brani originali dedicati a Che Guevara e Martin Luther King e canzoni popolari della tradizione socialista (tra cui la "We shall overcome" di Seeger), tutti tessuti insieme nel segno del jazz tra avanguardia e conservazione, tra passato e futuro, in un amalgama coerente, eseguito e prodotto magistralmente.

Per incidere questo capolavoro, Haden raccoglie attorno a sé alcuni musicisti di enorme talento dell'epoca, a partire dalla pianista Carla Bley per concludere con il virtuoso argentino del sax tenore 'Gato' Barbieri passando per Roswell Rudd (trombone), Paul Motian (batteria), Don Cherry (cornetto e flauto), Michael Mantler (tromba). Nomi forse meno conosciuti ma non meno importanti per il successo dell'album sono Sam Brown (fondamentale per il suo apporto alle chitarre folk), Perry Robinson (clarino), Howard Johnson (tuba), Andrew Cyrille (batteria), Bob Northern (corno & percussioni), Dewey Redman (sax tenore e contralto): una vera 'brigata internazionale' del jazz.

Il punto più alto dell'album è forse rappresentato dall'esecuzione free, straziante e appassionata, del canto repubblicano "Viva la Quince Brigada", che chiude il lungo medley che domina il lato A. Fra le composizioni originali, è "Song for Che" di Haden a fare l'impressione più significativa, in apertura di lato B.

Interessante anche "Circus '68 '69", di fatto la rappresentazione musicale di quanto era avvenuto nel 1968 alla convention democratica, quando il gruppo che aveva presentato una mozione contro la guerra in Vietnam era stato sconfitto e per protesta aveva iniziato a cantare "We shall overcome" di Seeger; a quel punto, i leader democratici che non riuscivano a riportare l'ordine ordinarono all'orchestra della convention di suonare canzoni patriottiche americane per sovrastarne il canto. I musicisti sono così divisi da Haden in due gruppi che si scontrano in due esecuzioni contrapposte.

Solo un personaggio come Haden, con il suo cuore nel folk e nella canzone di protesta e il suo cervello e le sue mani nel free jazz, poteva concepire un disco del genere: "Liberation Music Orchestra" è esso stesso un albero, con radici ben salde nel folk, rami che si elevano nell'avanguardia, e che ha per frutti le improvvisazioni collettive da un lato e nuove composizioni (di Bley, Haden, Coleman) dall'altro.

Consigliatissimo come introduzione alla filosofia musicale del free jazz, ma anche a chiunque altro ami la musica (e condivida un pizzico di sinistronzaggine), è un classico fuori dal tempo che apre immensi spazi di libertà spirituale e musicale ai cuori più coraggiosi.

- Prog Fox

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