mercoledì 17 aprile 2019

Pixies: "Doolittle" (1989)



(disco completo disponibile qui:https://www.deezer.com/it/album/106387)

"Doolittle" segue di un annetto il debutto dei Pixies, ovvero "Surfer Rosa". Questi due album hanno di fatto segnato un'epoca, ponendosi come fondamentali nell'elaborare il passaggio dal college rock al grunge di quegli anni. Mentre la maggior parte dei gruppi storici alternativi degli anni '80 si scioglieva o si ammorbidiva, i Pixies, leggermente più giovani, riprendevano la violenza e il noise e mostravano la via ai loro fratelli e alle loro sorelle minori della Generation X, anche se col piglio di chi non voleva prendersi poi così sul serio, al contrario dei loro più giovani allievi di Seattle.

E mostravano la via con un disco favoloso, musicalmente intrigante e pieno di testi dalle tematiche inquietanti, come già si capisce dai titoli di alcune delle tracce migliori: "Debaser", con quel riff di basso iniziale che ispirerà Krist Novoselic; "Wave of Mutilation"; "I bleed"; "Dead"; il surrealismo sarcastico dei testi di Francis e la forte presenza eterea di Kim Deal alla seconda voce donano al tutto uno splendido equilibrio pop che dimostra una certa delicatezza e un notevole talento.

Chiarissima l'influenza su più o meno chiunque nell'alternative anni '90, dai Nirvana ai Meganoidi, delle dinamiche piano-forte, con basso di Deal squarciato dalla chitarra di Joey Santiago che prelude all'esplosione dei violenti accordi di quella di Francis, una struttura che rende al meglio anche nel trittico finale "Hey", "Silver" e "Gouge away".

Le canzoni continuano come nel primo album a essere brevi schegge sonore, sono tutte piuttosto corte a eccezione di "No. 13 Baby" che arriva quasi a quattro minuti grazie alla magnifica coda dominata dalla chitarra sognante di Santiago. A infondere variazione e tenere desta l'attenzione contribuiscono anche idee come il ricorrere al crooning del batterista David Lovering come voce solista in "La la love you".

"Doolittle" è il disco della consacrazione artistica e commerciale di uno dei maggiori gruppi sorti dall'America di fine anni '80, che li porterà al successo soprattutto nel Regno Unito. Purtroppo, questo è anche il disco della rottura artistica fra Black Francis e Kim Deal. Black vuole essere il padrone assoluto della musica del gruppo e proprio per i litigi sorti durante le registrazioni di questo disco deciderà di sacrificare all'altare del controllo la personalità artistica di Kim e la serenità interiore del gruppo.

Con Kim Deal relegata a mera esecutrice delle idee di Francis, la band finirà per essere un'anatra zoppa negli anni successivi.

- Prog Fox

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