(disco completo disponibile qui:https://www.youtube.com/
"Miramare 19.4.89" prosegue il viaggio di Francesco De Gregori verso una particolare appropriazione del mainstream. Dopo avere viaggiato sui binari del folk minimalista e poi avere approfondito gli arrangiamenti col passare degli anni '70 grazie anche ai contatti con Fabrizio De Andrè e Lucio Dalla, negli anni '80 l'uomo della svolta è Ivano Fossati, che gli co-produce "Scacchi e tarocchi" (1985), forse l'ultimo album con il suono 'classico' del cantautore.
"Terra di nessuno" (1987) vedeva così cresciuta l'attenzione ad arrangiamenti più in linea col tempo che corre attorno a lui, e una fascinazione per certo pop rock con suoni di chitarra e batteria moderni e tastiere sintetiche. Piaccia o meno questa direzione, con "Miramare 19.4.89" De Gregori perfeziona la sua scrittura all'interno di tale formato, mostrandosi capace di risultati impressionanti come nel pezzo che da il titolo al disco, un mantra ecologista simbolista e molto lontano dal paternalismo e dalla supponenza che spesso si individuano in tali temi.
Liriche e musiche sono in grado di interessare, coinvolgere e persino commuovere in momenti come "Vento dal nulla", dedicato alle notorie tramontane romane; mentre è il sarcasmo amaro dell'osservatore disincantato della decadenza morale di una nazione a firmare "Bambini venite parvulos" ("legalizzare la mafia sarà la regola del duemila"), "Dottor Dobermann" (sull'antiabortismo pubblico di chi poi pratica aborti in privato), "300'000'000 di topi".
Un buon disco che mostra la capacità di De Gregori di rimanere attuale e pregnante, ben suonato da ottimi musicisti del calibro di Elio Rivagli (batteria),guido guglielminetti (basso), Vincenzo Mancuso (chitarra), Gilberto Martellieri (tastiere) e Amedeo Bianchi (sax), senza dimenticare il produttore Fio Zanotti e le coriste Lola Feghaly e Lalla Francia, vero valore aggiunto in tracce come "Dottor Dobermann" e "Pentathlon".
- Prog Fox
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