domenica 31 marzo 2019

UK: "Danger Money" (1979)



(disco completo qua: https://www.youtube.com/watch?v=nX7XrfR3e3Q)

Dopo due due tour americani nel 1978, il gruppo progressive rock britannico degli UK si trova in difficoltà. Il cantante-bassista John Wetton e il tastierista Eddie Jobson hanno deciso che non vogliono più proseguire a lavorare col chitarrista Allan Holdsworth. Il batterista Bill Bruford, ex-compagno per anni di Wetton alla sezione ritmica per esempio dei King Crimson, prende questa volta le parti di Holdsworth, mettendo fine a quasi un decennio di collaborazioni.

Mentre Bruford e Holdsworth lavorano al nuovo disco del batterista, "One of a kind", i due UK rimasti reclutano allora Terry Bozzio, appena fuoriuscito dalla band di Frank Zappa, e dopo qualche incertezza decidono di proseguire come trio senza chitarre. Il risultato, pubblicato nel marzo del 1979, è "Danger Money", un interessante esempio di prog di fine settanta.

Sgombriamo subito il campo dagli equivoci: il disco non è un capolavoro; c'è qualcosa di sotterraneo e insidioso che impedisce di usare questo termine. Sarà il fatto che la struttura dei brani non ha davvero nulla di innovativo rispetto a quanto fatto dal prog britannico - in parte anche dagli stessi attori del disco - lungo l'arco di tutto il decennio. E quindi il senso di deja vu e di familiarità ci ricorda che l'avvento del punk e della new wave non era necessario tanto per un disvalore intrinseco del progressive o per un disprezzo di esso come tale, quanto per una perduta capacità di auto-rinnovarsi di molti gruppi ed esponenti di tale genere rock.

Ciò nonostante, non si può imputare agli UK nulla di male; fossero tutti così i dischi prog della seconda metà dei settanta, il genere non avrebbe avuto questa cattiva reputazione per oltre un decennio.

Le canzoni dell'album sono tutte valide, le esecuzioni impeccabili, anche se forse avremmo voluto più violino da parte di Jobson e, a tratti, rimpiangiamo la chitarra elettrica - forse è colpa nostra per non riuscire ad assimilare in pieno il rock senza tale strumento, nonostante il valore assoluto riscontrato in opere dei Nice, di Emerson, Lake & Palmer, dei Refugee, dei corrieri cosmici tedeschi, o forse il suono di tastiera di Jobson riempie troppo i brani tendendo a uniformarne un po' le sonorità.

Detto che tutto l'album suona notturno, minaccioso e con più di un tocco di 'quiet desperation' pinkfloydiana, con testi che spesso potrebbero essere gemme di noir distopico, i suoi brani più riusciti sono: "Danger Money" che segue la vita di un killer professionista, e quindi coordinate non a caso simili alla "Dogs" dei Pink Floyd di un paio di anni prima e che si caratterizza per ottimi tempi dispari; "Rendezvous 6:02", con la melodica più accattivante del disco; e la conclusiva "Carrying no cross", forse ultimo grande capolavoro prog composto dal bassista Wetton e un'altra delle sue superbe prestazioni vocali.

Il gruppo prosegue ancora per tutto il 1979, prima che le aspirazioni commerciali di Wetton portino lui e Jobson a separarsi. Prima che questo avvenga, però, il gruppo farà in tempo a incidere un live contenente alcuni inediti, "Night after Night".

- Prog Fox

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