venerdì 29 marzo 2019

Supertramp: "Breakfast in America" (1979)



(disco completo qui: https://www.youtube.com/playlist?list=PL8UfM7ycll7SR2JTlDyaUMO0H73WVczFr)

Sopravvivere alla fine dell'epoca d'oro del progressive non è stato facile per le tante band, britanniche e non, che erano nate e cresciute nel periodo 1967-1975. L'avvento del punk aveva spazzato via la pomposità e pretenziosità di tanti gruppi, e la commercializzazione verso un suono radiofonico standard sembrava l'unica via per sopravvivere - una via che spesso era però irta di pericoli e problemi. Pochissimi gruppi riuscirono a rimanere artisticamente rilevanti fino a fine decennio; molti si sciolsero del tutto, magari dopo avere realizzato alcuni dei dischi più brutti o meno quotati della loro carriera.

I Supertramp furono invece uno dei pochi gruppi che seppe compiere una transizione convincente dal prog post-floydiano a un rock leggero, ancora tangenzialmente progressive nei valori di produzione e nei suoni ma caratterizzato da canzoni brevi, dalle melodie immediate e capaci di imprimersi nella mente dell'ascoltatore del rock classico radiofonico di fine decennio.

"Breakfast in America" diventa così il loro disco più venduto e li proietta in cima alle classifiche, con ben quattro brani su dieci che diventano classici radiofonici che sentiamo ancora oggi su tutte le radio generaliste: "The Logical Song", "Goodbye Stranger", "Take the long way home" e "Breakfast in America" sono familiari a tutti coloro che ascoltano Virgin, Freccia, Capital, o altre radio similari, anche chi non ha la minima idea di chi sia il gruppo che le canta.

"Breakfast in America" rimane quindi progressive essenzialmente nella cura maniacale dei suoni, che seguono la ricetta pinkfloydiana il cui paradigma è stato "Dark Side of the Moon" (1973). Dal punto di vista musicale, si tratta essenzialmente di rock classico, strutturato secondo canzoni relativamente brevi del tipo strofa-ritornello o strofa-ponte-ritornello. Sono pensate per colpire subito e imprimersi nella memoria dell'ascoltatore anche casuale, e in questo senso hanno una irresistibile essenza pop.

Ciò che rende il disco così di successo sono quindi le melodie e la varietà interna, favorita dalla buona tecnica dei musicisti e dalla capacità di assorbire le influenze contemporanee: "Gone Hollywood" e "Just another nervous wreck" sono i pezzi più aggressivi e sarcastici, con i legami più evidenti col passato più progressivo del gruppo; "Child of Vision" recepisce elementi funky e disco e chiude l'album con una lunga, brillante improvvisazione di piano r&b e sax.

"Breakfast in America" è un ottimo disco di rock classico che ha meritato il suo successo. I Supertramp diverranno per un breve periodo superstar, ma come spesso avviene il successo per gruppi che non nascono come musicisti e cantanti pop - e che ne conoscono e sanno governare quel mondo tanto diverso da quello del musicista 'ars gratia artis' - avrà risultati distruttivi sia artistici sia personali, portando i due autori-cantanti del gruppo, il pianista Rick Davies e il chitarrista-tastierista Roger Hodgson, a separare definitivamente le proprie strade nel 1983.

- Prog Fox

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