mercoledì 20 marzo 2019

Mother Love Bone: "Shine" (1989)

Il 20 marzo di trent'anni fa usciva "Shine", esordio su EP dei Mother Love Bone, la formazione guidata dallo straordinario cantante Andrew Wood.
Wood fu forse il primo eroe della scena grunge di Seattle, e ne fu anche la prima vittima, essendo morto per le conseguenze di una overdose il 19 marzo del 1990, a meno di un anno dall'uscita di questo EP, e poche settimane prima dell'uscita del primo e purtroppo unico LP del gruppo.



(EP completo qui: https://www.youtube.com/playlist?list=PLdKaiDcOpxcMk_4QVBhPRSmywWFQxlyz5)

I Mother Love Bone nascono nel 1988 dalla fine di due band che rappresentarono pietre angolari del suono grunge di Seattle, i Malfunkshun e i Green River. Dai primi venivano il cantante Andrew Wood e il batterista Regan Hagar, mentre dai secondi provenivano i chitarristi Stone Gossard e Bruce Fairweather e il bassista Jeff Ament (eh sì, Gossard e Ament, quelli che poi formeranno i Pearl Jam - ma fermiamoci qui con le anticipazioni). Regan Hagar viene presto sostituito da Greg Gilmore, anche lui proveniente da un gruppo defunto della zona, i Ten Minute Warning.

Andrew Wood, classe 1966, era il leader del gruppo, un frontman pauroso che sapeva scherzare sul palcoscenico, interagire col pubblico, comporre grandi pezzi, dai testi originali e poetici, e cantare come i più grandi - adorava Marc Bolan, Robert Plant, Jim Morrison, Freddie Mercury, Paul Stanley ed Elton John. Ma aveva anche un lato oscuro: per sostenere la sua immagine da rock star aveva iniziato presto a drogarsi, entrando per la prima volta in riabilitazione a soli 19 anni, nel 1985. Nel 1986 i Malfunkshun presero parte con due brani alla compilation "Deep Six", uno dei dischi che fecero la storia del grunge, con apparizioni di Green River, Melvins, Soundgarden, Skin River, U-Men.

Sul finire del 1988, i Mother Love Bone diventano il primo gruppo di Seattle a firmare con una major, la Polygram, per la quale incidono l'EP "Shine", cinque canzoni (più una breve sesta traccia nascosta) per un totale di venti minuti. Il disco è strepitoso, con il gruppo capace di mescolare influenze seventies ed eighties, Guns'n'Roses e Kiss, Queen e Cheap Trick, hardcore e heavy metal, in un amalgama totalmente unico e originale che lascia a bocca aperta per carattere ed energia.

Il disco inizia con un grande giro di basso di Ament, che introduce l'ottima "Thru fade away", che già ci mostra la natura selvaggia del quintetto; grandioso l'inciso di chitarra fra le strofe, immensa la voce di Wood, potente e sicura la sezione ritmica, con quel controtempo a fine strofa, delizioso il solo, per un pezzo pressoché perfetto che sa mediare fra Led Zeppelin e modernità come pochi. "Mindshaker Meltdown" ha un riff di chitarra per il quale un numero incalcolabile di gruppi hard rock avrebbe ucciso e che ricorda quasi gli Iron Maiden di Dickinson, mentre ritornello e bridge sono più saldamente hard rock & power pop in chiave ottanta, un po' Kiss e un po' hair metal; "Half ass monkey boy" ci porta melodicamente in pieno territorio glam/street metal, con Gilmore che tramite una singhiozzante partitura di batteria conduce gli altri strumenti in una danza vorticosa che nelle sue articolazioni è già rock alternativo degli anni novanta.

La meraviglia nella meraviglia è "Chloe Dancer/Crown of Thorns", in cui Wood apre la canzone al pianoforte, con un giro struggente e romantico che ci mostra il lato più delicato e malinconico della sua personalità. La ballata si tramuta poi in un classico immortale del grunge salendo di tono, di volume e di rabbia, lasciandoci sfiniti emotivamente dopo la bellezza di ben 8 minuti e 30 di montagne russe musicali. "Capricorn Sister" a questo punto è poco più che un ricostitutente che ci riconduce all'hard rock sfrontato dei primi pezzi per non farci spegnere lo stereo troppo estenuati e immalinconiti, tanto più che viene seguito da una traccia nascosta, la scioccherella "Zanzibar", breve esempio del lato più umoristico di Andrew Wood.

"Shine" è un capolavoro del rock duro di sempre, e uno dei primi assoluti capolavori dell'era grunge, un capolavoro senza discussione e senza appello, nobilitato dalla voce e dalla personalità di Wood, uno che sarebbe facilmente diventato uno dei più grandi cantanti rock di sempre, se i suoi demoni non ne avessero fatto la prima vittima della straziante storia del grunge. Wood infatti morirà il 19 marzo del 1990 per le conseguenze di un'overdose, a 364 giorni dalla pubblicazione di "Shine", dopo avere completato le registrazioni del primo e unico album dei Mother Love Bone, "Apple", che sarebbe stato pubblicato postumo. Ament e Gossard avrebbero continuato a scrivere la storia della musica di Seattle fondando i Pearl Jam.

- Prog Fox

Nessun commento:

Posta un commento

ARTISTI IN ORDINE ALFABETICO:   #  --  A  --  B  --  C  --  D  --  E  --  F  --  G  --  H  --  I  --  J  --  K  --  L  --  M  --  N  --  ...