(il doppio lp completo si può trovare qui: https://www.youtube.com/
Il doppio LP "Sheik Yerbouti" è il primo disco di materiale inedito concepito e preparato da Frank Zappa dopo tre anni di problemi discografici, e apre una nuova fase della carriera dell'artista italoamericano. Probabilmente è anche il suo disco più influente e famoso, quantomeno della sua carriera solista (oltre che esserne il più venduto). Si tratta, tanto per fare un esempio, di un disco fondamentale per la carriera di Elio e le Storie Tese, che di questa fase di Zappa che va dal 1979 al 1984 saranno tra i migliori e più originali eredi internazionali.
Ma in cosa consiste questa fase? Il riferimento a Elio già dovrebbe avervi avvertito: siamo qui in presenza di una ripresa del discorso origiario di Zappa con le Mothers, il tutto però affrontato non da un venticinquenne freak ma da un trentacinquenne ben più scafato ma anche più cinico. Il messaggio individualista e anticonformista è ancora presente, ma Zappa ora ha se possibile ancora meno speranze e la parodia prende involontariamente il posto della satira ("Sheik Yerbouti", da cui anche la copertina con Zappa in kefiah, è la trascrizione umoristica di "Shake your booty", titolo di un successo dei Kool and the Gang), mentre il liberatorio linguaggio freak si esprime ora più che mai in termini di una ossessione primaria nei confronti del sesso, individuato non a torto da Zappa come elemento centrale della soppressione totalitaria (discorso che verrà ampliato in senso molto più politico sul successivo "Joe's Garage").
Perseguire la libertà di espressione rasenta a volte l'insulto, Zappa non ha paura di sembrare razzista o poco rispettoso: in "Bobby Brown goes down" e "Jewish Princess" parla in modo stereotipato delle JAPs (jewish american princesses, termine denigratorio per le ragazze ebree di buona famiglia), si fa fotografare in copertina come uno sceicco arabo, in "Joe's Garage" lo vedremo addirittura in copertina con la blackface.
Zappa guida una formazione di sette elementi, che oltre a Frank stesso nel ruolo di cantante e chitarrista vede mostri sacri come Adrian Belew alla chitarra e alla voce, Tommy Mars a tastiere e voce, Peter Wolf alle tastiere, Patrick O'Hearn al basso e alla voce, Terry Bozzio alla batteria e alla voce. Come ai tempi delle Mothers of Invention, i musicisti alternano e intrecciano i contributi vocali, spesso giocando ruoli all'interno delle canzoni (altra chiara influenza sulla musica di Elio e le Storie Tese, per esempio). Gran parte delle basi del disco sono incise dal vivo durante il tour del 1977-1978 del gruppo, per essere poi rifinite e rimontate in studio, talvolta con l'uso della cosiddetta xenocronia, ovvero unendo insieme improvvisazioni o parti ritmiche e soliste provenienti da canzoni completamente diverse.
"Sheik Yerbouti" è un disco grandioso di complesso rock chitarristico di fine anni settanta, ebbro di suggestioni progressive soprattutto nella struttura delle canzoni, fatte di una serie di microparti giustapposte, talvolta in forma caotica e ossessiva, che spostano in continuazione il centro della canzone ed esprimono una marea di idee melodiche, condensando forse al meglio uno stile canzonettistico che Zappa aveva testato con successo ma mai in modo così programmatico nei suoi dischi rock dei Settanta.
"I have been in you" apre il primo LP preparandoci ai pezzi più frammentari con una brillante presa in giro di "I'm in you", successo romantico di Peter Frampton di un paio di anni prima che viene stravolto in un testo pregno di sesso e secrezioni. Non si è però davvero pronti all'esuberanza fenomenale dei due pezzi successivi, fra i migliori dell'album: "Flakes", in cui Belew si produce anche in una imitazione di Bob Dylan e Zappa, in modo vagamente reazionario, si scaglia contro la pigrizia dei lavoratori 'sindacalizzati' in particolare in ambiente californiano; e l'ipertrofica "Broken hearts for assholes". Altri brani in questa vena sono "Baby Snakes", che ha cinque melodie e cinque ritmiche diverse in meno di due minuti, e un altro pezzo prodigioso, "Wild Love", caratterizzato dalla fantasia percussiva di Mann.
"Bobby Brown", che ebbe grandissimo successo come singolo in Europa, è una delle canzoni più normali del repertorio di Zappa, che compensa una semplice struttura strofa-ritornello raccontando la storia di un etero wasp macho e sessista che scopre grazie a una lesbica femminista di nome Fred le gioie del sesso passivo, dalla penetrazione anale alla golden shower, in rapporti etero, omosessuali e di gruppo. "Tryin' to grow a chin", cantata da Bozzio, è invece un power pop i cui ridicoli suoni futuristici impediscono di essere un hard rock da classifica - il ritornello finale avrebbe fatto l'invidia dei Cheap Trick e dei Kiss ("I wanna be dead in bed please kill me 'cause that would thrill me") e ci ricordano anche perché Zappa sia stato lo scopritore di Alice Cooper. "City of tiny lites" sfrutta al meglio la splendida voce di Belew in un pezzo di soul rock aggressivo e coinvolgente, magnificato da un grandioso assolo di chitarra. Un'altra parodia, "Dancin' Fool", divenne un successo negli Stati Uniti per quanto fosse una presa in giro della cultura disco.
Non mancano, come abbiamo anticipato, deliqui chitarristici in cui Frank sfoga le sue voglie allo strumento, come "Rat Tomago" e "The Sheik Yerbouti Tango". Conclude in questo senso il disco "Yo' Mama", suite da dodici minuti prevalentemente strumentale, nella quale sentiamo idee per la chitarra che saranno importanti per un successivo allievo di Zappa, mastro Steve Vai.
"Sheik Yerbouti" è l'opera che compendia il lavoro dal 1977 al 1979 di una delle migliori formazioni di Zappa. Il successo del disco, grazie anche alla commistione pressoché perfetta di materiale accessibile, materiale stimolante e innovazione nelle tecniche di studio, lo rende uno degli elementi imprescindibili della torrenziale discografia del nostro e uno dei migliori album dai quali cominciare a esplorare l'opera di Frank.
- Prog Fox
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