lunedì 11 marzo 2019

Family: "Entertainment" (1969)

Nel marzo di cinquant'anni fa venne pubblicato anche "Family Entertainment", secondo album degli inglesi Family. La band di Leicester realizza una delle sue opere migliori, un mix eclettico di rock, blues, folk, jazz e psichedelia che si impone come una delle migliori cose del nascente progressive e ne conferma lo status di culto nell'underground britannico. Curiosità: pare che la foto di copertina provenisse dalla sessione di fotografie realizzate per "Strange Days" dei Doors.



(il disco completo si può ascoltare qui: https://www.youtube.com/playlist?list=PL91D8AC3036A18A00)

Gli inglesi Family, nati a Leicester nel 1966, arrivano con "Entertainment" (o "Family Entertainment", se preferite) al loro secondo album, dopo il buonissimo esordio di "Music in a doll's house" del 1968.

Quell'album era stato prodotto da Dave Mason dei Traffic, e proseguiva proprio il discorso di quella band che aveva iniziato un proficuo filone di musica al confine fra psichedelia e nascente progressive, che invece di seguire le ambizioni neoclassiche di Procol Harum e Nice si ispirava maggiormente al folk, al blues e al jazz, come i coevi Jethro Tull.

Rispetto all'album precedente, il gruppo è cresciuto, è più maturo nelle composizioni, lo si sente subito nella mini-suite che apre il disco, "The Weaver's Answer", tour de force dominato dalla voce imponente del cantante Roger Chapman e fra le migliori cose dell'album.

"Entertainment" continua infatti l'allontanamento dalla psichedelia nella direzione di un robusto rock innervato da elementi esotici, dal violino del bassista e secondo cantante Ric Grech, che conferisce al gruppo elementi bluegrass e folk ("Processions"), ai fiati di Jim King, che introduce elementi orientali e jazz con sax - flauto - piccolo (si ascolti lo strumentale "Summer '67"). I due elementi cozzano tra loro in modo intrigante in un pezzo come "Hung up down". Completano la formazione il chitarrista e principale compositore Charlie Whitney e il fantasioso batterista Rob Townsend.

Altri momenti notevoli sono due canzoni scritte e cantate da Grech, "How-hi-the-li" e "Second Generation Woman", in cui Whitney mette in mostra le proprie qualità soliste alla chitarra; "From past archives", sublime e visionario esempio di ecletticità, tre minuti in cui i Family sanno passare dallo struggente rock romantico al trad jazz via vaudeville e rock orchestrale; e la conclusiva, maestosa "Emotions", chiusa da una lunga coda.

Ognuna delle canzoni, comunque, presenta almeno un elemento di interesse nella melodia, negli assoli e/o negli arrangiamenti: inutile nominarle una per una, ascoltate "Entertainment" e capirete da voi che si tratta di un disco che intrattiene e coinvolge, sempre all'insegna di un rock sanguigno e concreto, dal suono avvolgente e denso, e una delle migliori opere del gruppo.

Purtroppo il momento magico della formazione non durò: nel corso del 1969 sia Grech sia King, principali solisti del gruppo, lasciarono i Family, rischiando di far collassare l'intera band. Per nostra fortuna, Whitney Chapman & Townsend tennero duro, proseguendo la storia di una delle migliori formazioni underground di quell'era.

- Prog Fox

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