(il disco completo si può ascoltare qui: https://www.youtube.com/
Sono passati più di quindici anni dall'ultimo lavoro di Paul Webb, bassista dei Talk Talk ("Out of Season", con la cantante Beth Gibbons), e più di cinque dall'ultima apparizione del loro batterista Lee Harris (sul progetto Magnetik North di Jaki Liebezeit, ex-batterista dei Can). Così giunge come fulmine a ciel sereno questo "Drift Code", sul quale all'apparenza il duo ha lavorato per parecchi anni, forse anche tutto l'ultimo decennio.
Webb è il pilota e il suo sodale Harris il silenzioso, fedele navigatore, e gli esiti del lavoro sono davvero notevoli. Dopotutto il loro contributo al successo delle opere dei Talk Talk era fondamentale (specialmente il tocco personale e peculiarissimo di Harris alla batteria), ed essendo Mark Hollis impenetrabile sfinge rifugiatasi in un autoimposto esilio, in sua assenza Webb e Harris ci regalano un disco che sa addolcire adeguatamente il rimpianto per lui e il gruppo.
Il disco si apre con "Vanishing Heart", il pezzo più Talk Talk dell'album, chiaramente si parla dei Talk Talk dell'ultima fase, quella post rock di "Spirit of Eden"; scopriamo così che Webb, che sovraincide chitarre, basso, pianoforte e tastiere, possiede una voce solista fragile e ispirata, mentre Harris rievoca il sound percussivo del loro vecchio gruppo.
Diversi sono i brani riusciti nell'album: la delicata "Brings me joy", che possiede qualcosa di morriconiano, forse per la presenza della voce femminile di Stephanie Hedges; "Our tomorrows", in cui Harris sfodera ancora una volta il suo superbo stile alla batteria; la conclusiva, delicata "All Summer"; ma soprattutto il capolavoro "The world's in town", meditabondo excursus con Harris che usa le spazzole e Webb colora con chitarre tremolanti lo sfondo sul quale si esprime con potenza e passione la voce del bassista (che non penso si offenderà se la paragoniamo a quella di Robert Wyatt), in un crescendo magistrale e sublime.
Per gli amanti dei Talk Talk ultima maniera, quindi, questo "Drift Code" è album assolutamente indispensabile; ma non si tratta solo di una curiosità o di un modo per riempire l'assenza del gruppo: Webb e Harris ci fanno un dono davvero prezioso, un disco crepuscolare e ben pensato che non mancherà di soddisfare il palato degli ascoltatori più esigenti.
- Prog Fox
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