(disco completo disponibile qui: https://www.youtube.com/
Dave Martsch e i suoi amici hanno realizzato, con la prima trilogia dei Built to Spill, uno dei percorsi fondamentali nel definire il passaggio dal grunge al post rock e all'indie degli anni zero. Vertice formale di questa elucubrazione è stato "Perfect from now on", che nel titolo riassume perfettamente il senso della carriera del gruppo: il percorso creativo è stato compiuto, e ora si passerà a un diligente raccolto che non aggiungerà tasselli significativi alla storia del rock.
"Keep it like a secret", che lo segue di circa un paio d'anni, dimostra appunto questa tesi con una sequenza di canzoni, alcune delle quali eccellenti, che però potrebbero tutte apparire in modo interscambiabile con quelle del disco precedente.
Gli ingredienti ci sono tutti: la voce e la chitarra noise da Neil Young dell'era grunge di Martsch, le onde sonore avvolgenti di chitarre e batteria, le strutture dilatate e ripetitive, le variazioni imprevedibili - forse però ora un poco più prevedibili questa volta nelle loro dinamiche.
Canzoni come "The Plan", la devastante, superba "Carry the Zero" e la meditabonda "You were right" (densa di citazioni rock: Neil Young, Rolling Stones, Bob Dylan, Kansas, Pink Floyd, Jimi Hendrix) si aggiungono al canone del sublime tracciato dal gruppo, il livello delle esecuzioni è prodigioso come sempre, ma la porta si è chiusa sul mondo e ora tutto ciò che il gruppo porterà a casa è principalmente un lavoro di revisione e di fino sulle componenti giunte negli anni precedenti.
Per tutti questi motivi, il disco non potrà che entusiasmare i fan, ma lasciare un minimo di amarezza a chi chiede ai propri beniamini di gettare sempre il cuore oltre l'ostacolo, anche a costo di un passo falso.
- Red
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