(il disco completo si può trovare qui: https://www.youtube.com/
Tobias Sammett è noto soprattutto come cantante e leader degli Edguy, uno dei principali gruppi di power metal tedesco degli anni novanta, eredi e innovatori del patrimonio musicale creato nel decennio precedente dagli Helloween. Oltre agli Edguy, Sammett ha però anche un progetto parallelo, gli Avantasia, che da anni conduce con al suo fianco il chitarrista e produttore Sascha Paeth e il produttore, tastierista e arrangiatore orchestrale Michael Rodenberg (anche noto semplicemente con lo pseudonimo di Miro). La peculiarità del progetto è che gli Avantasia pubblicano perlopiù concept album o metal opera, alle quali Sammett e soci invitano numerosi ospiti, in particolare nel ruolo di cantanti, secondo una felice intuizione sorta a fine anni '90 nel mondo progressive metal e proseguita da allora oltre che dagli Avantasia, dagli Ayreon, dai fratelli Gardner dei Magellan, e da tanti altri.
In questo 2019 gli Avantasia, con il batterista Felix Bohnke, compare di Sammett negli Edguy, giungono alla pubblicazione del loro ottavo long playing, "Moonglow". Si tratta di un album assolutamente gradevole di classico prog metal/power metal melodico.
Non ci sono particolari sorprese nello sviluppo dei temi musicali: la strada percorsa dagli Avantasia è ben tracciata, i meccanismi sono oliati alla perfezione, i cantanti ospiti, più o meno giovani, ovviamente sono tra i migliori del campo, dal norvegese JORN Lande al danese Ronnie Atkins Official al tedesco Hansi Kursch, dall'inglese Bob Catley agli americani Geoff Tate (Official) ed Eric Martin, a Miland "Mille" Petrozza dei Kreator, tutti con curriculum pazzeschi alle spalle; Candice Night, moglie di Ritchie Blackmore e unica cantante del progetto, compare nel duetto "Book of Shallows".
Ci sono anche l'arpista Nadia Birkenstock e Oliver Hartmann alla chitarra e ai cori nella notevole "The Raven Child", anche pubblicata come singolo.
La storia questa volta è quella di una creatura notturna che si nasconde dal mondo, e che occupa circa un'ora dell'album, a seguito del quale compaiono come pezzi scollegati una cover di "Maniac" di Michael Sembello e la deliziosa "Heart", nella quale Sammett riserva per sé quello che è forse il ritornello più coinvolgente di tutto il disco.
Se "Ghost in the Moon" e "The Raven Child" ci portano sulle strade più epiche e prog metal del progetto, "Requiem for a Dream" lo conclude con un classico power metal influenzato pesantemente dagli Helloween (non a caso è Kiske a dominarne le parti vocali). Numerosi sono poi gli omaggi nei titoli e nei testi al progressive classico, da "The Piper at the Gates of Dawn" per Pink Floyd e Syd Barrett a "Lavender" per i Marillion, ai Rush in "Heart" ("hot on the trail again, afraid of moving closer to my heart").
"Moonglow" è un lavoro piacevole che regala esattamente ciò che ci si può aspettare dagli Avantasia oggi: un'ora di grande intrattenimento per chi ama il metal classico degli anni ottanta e il prog/power melodico degli anni novanta, con l'emozione di sentire insieme tanti protagonisti di mille canzoni che abbiamo amato. Niente di più, niente di meno: sta a voi decidere se è abbastanza.
- Prog Fox
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