martedì 15 gennaio 2019

Scorpions: "Lovedrive" (1979)

Il 15 gennaio di 40 anni fa usciva "Lovedrive", sesto album in studio dei tedeschi Scorpions. L'album è a nostro parere uno di quelli che ha contribuito alla nascita dell'heavy metal anni ottanta e la dimostrazione del valore troppo spesso dimenticato della formazione teutonica.



"Lovedrive" potrebbe essere il classico dei classici dei tedeschi Scorpions. Se qualcuno si è stufato di sentire da trent'anni solo "Winds of Change" e "Still loving you" (che il Vostro considera una lagna di proporzioni colossali) e si è fatto l'idea di una band appesa a sti due coglioni, "Lovedrive" è l'album che serve a farvi ricredere.
Intanto un po' di storia: Rudolf Schenker, seconda chitarra, e Klaus Meine, voce, hanno perso la terza testa del loro cerbero hard rock teutonico, ovvero il chitarrista solista Uli Jon Roth, che ha mollato tutti per ambizioni da primadonna. Due le opzioni per rimpiazzarlo, del tutto contrastanti: il tranquillissimo Matthias Jabs o l'esagitato, collerico Michael Schenker, fratello minore di Rudolf, che era già stato negli Scorpions al tempo del loro album di esordio prima di passare agli UFO, dai quali si era appena lasciato a ottobre del 1978. Ricordiamo che a completare la formazione sono il membro fondatore Francis Buchholz al basso e il batterista Herman Rarebell, che pur se arrivato solo nel disco precedente divenne subito uno dei compositori della band.
Il disco gode del magnifico equilibrio portato dalla presenza di entrambi i chitarristi - Jabs compare su "Always Somewhere", "Can't get enough" e "Is there anbody there?", mentre Schenker suona in "Another Piece of Meat", "Coast to Coast", "Holiday", "Loving You Sunday Morning" e "Lovedrive".
"Loving you sunday morning" apre l'album con un capolavoro di hard rock, con bridge solista di Schenker ultraorecchiabile, roba da leccarsi i baffi. "Another Piece of Meat" è un brano di sex'n'roll ipercinetico e vagamente sessista, in tono con la copertina dell'album che mostra una coppia in limousine - la mano di lui si trasforma in un gigantesco chewing-gum appiccicoso che tocca il seno di lei; copertina che come altre del gruppo fu censurata negli Stati Uniti perché indecente. "Can't get enough", primo show delle qualità pirotecniche di Jabs, e "Lovedrive" sono invece i rocker più incisivi del lato B.
Tra le canzoni anomale, che mostrano anche aspetti diversi dal mero hard rock, vanno segnalate almeno "Always Somewhere", che ruba il riff a "Simple Man" dei Lynyrd Skynyrd e ne è tutto sommato una buona riscrittura, oltre che la prima occasione per sentire il solismo tasty del buon Jabs, e "Is there anybody there?", riuscito esempio di reggae metal davvero inusuale. "Holiday" è uno struggentone che anticipa invece i loro successi del decennio successivo, con una bella chiusura di chitarra di Schenker.
Quindi: per tutti quelli che pensano che gli Scorpions siano ballatone strappamutande di hard rock ottantiano, questo è l'album che potrà stupirvi e confermare il ruolo di primo piano giocato dal gruppo tedesco nel definitivo passaggio dall'hard rock all'heavy metal, non meno che delle coeve creature di Black Sabbath, Judas Priest e Iron Maiden. Rispetto per gli Scorpions, cazzo!
Alla fine, fra i due chitarristi gli Scorpions decidono di tenersi Michael Schenker, che però ad aprile molla il gruppo scoprendo ohibò che non gli piace suonare canzoni scritte da altri. Tornano allora a implorare l'aiuto di Jabs, che dopo essersela tirata un po' si concede alla band. Sarà un successo planetario.
Ma questa è un'altra storia.
- Red

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