Il 13 gennaio del 1969 esce la colonna sonora del film dei Beatles "Yellow Submarine": il lato A era costituito da sei canzoni dei Beatles, di cui quattro inedite; il lato B di brani dello score di George Martin. Mero compendio di un film capolavoro.
Recensire l'album che fa da colonna sonora al film "Yellow Submarine" non è facile. Perché viene voglia di parlare del film, una pellicola che supera con slancio i musicarelli precedenti ed è un grande capolavoro dell'animazione.
Senza timore d'iperbole parliamo di un'opera che supera la vulcanica Disney dell'epoca, per slancio creativo, musicale e programmatico; un vero manifesto lisergico di un mondo che nel 1968 fatica a capire la poetica visiva di quattro geni musicali che di quel mondo hanno posto le basi poetiche. Un'affermazione forte, che non troverete sui libri, è il sospetto che abbia posto le basi per la prima grande diaspora interna al posto più felice della Terra, con l'uscita di Don Bluth e soci dalla Disney.
Il film, inserito nel suo tempo, è il compendio visivo essenziale ad album come "Srg. Pepper" e "White Album". Una Trinità perfetta, da ascoltare e vedere nella loro interezza, con una calma e una capacità critica che i critici del tempo non possono, oppure non vogliono gestire. Ogni rivoluzionario deve prima uccidere il passato, e poi criticare il presente. I critici, novelli Robespierre, non riescono a visualizzare con esattezza il magmatico puzzle che gli si pone davanti.
Per questo è decisamente più facile una critica formale all'album, con solo 4 pezzi sono originali: "All Together Now", ideata appositamente per il film; "Only a Northern Song" destinata originariamente a "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band"; "It's All Too Much" addirittura mozzata per il film (in origine durava 8 minuti); infine "Hey Bulldog", la più recente delle quattro.
Quindi, cosa ci rimane? Il lato B, con brani strumentali per orchestra, scritti, arrangiati e diretti dal quinto Beatle, George Martin. Si dice che nessuno dei Fab Four prese parte a queste registrazioni, pertanto quello che ascoltate è una specie di paradossale ibrido. Non sono brani che possono essere goduti al meglio se ascoltati senza la visione del film; sono in massima parte suggestioni ed impressioni che provengono da una voce privilegiata, che ha vissuto e lavorato all'interno del meraviglioso crogiuolo della creatività beatlesiana.
In buona sostanza, possiamo definire il lato B una specie di omaggio in forma di musica al periodo stupendo tra "Srg. Pepper" e "White Album". Buono quindi, ma guardate il film.
- Agent Smith
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